È giorno grande di festa oggi. È la solennità della Madonna del Conforto e già dal risveglio di questa giornata profumi di fiori, vociare di gente in pellegrinaggio e incontro di preghiera davanti all’effige mariana danno sapore di vangelo al ritrovarci davanti a Maria.
Il pellegrinaggio è iniziato nove giorni fa, con l’inizio della novena, magistralmente predicata da fra Valentino che ringrazio e con un percorso di preghiera, incontro e riflessione che ci ha accompagnato e preparato alla festa di oggi.
Oggi in tanti siamo qui, tanti verranno a venerare e pregare Maria e vogliamo portare qui non solo le preghiere nostre, ma quelle di tutto il mondo e soprattutto la preghiera di chi più soffre e di chi invoca il dono della pace per tutta la terra e soprattutto per la martoriata Ucraina e per la Palestina e Israele.
Facciamo festa in tanti e a tutti vorrei dare il mio caloroso benvenuto. A tutti davvero, a ciascuno di voi, quasi col desiderio di chiamarvi per nome. Ma almeno vi posso guardare negli occhi.
Grazie ai vescovi presenti, alcuni della regione toscana, altri originari di Arezzo. Particolare menzione dobbiamo fare a mons. Giovannetti Luciano e a mons. Marco Salvi che ricordano oggi il loro anniversario di nomina episcopale. A tutti va il nostro augurio. Grazie per la loro presenza al card. Betori e al mio predecessore card. Bassetti e grande gratitudine va al card. Ernst Simoni che solo ieri papa Francesco ha indicato e ricordato come testimone di fede nella comunità cristiana. Grazie a tutti di essere qui.
Presiede questa Eucaristia mons. Mario Delpini arcivescovo della arcidiocesi di Milano e metropolita della Lombardia. Gli sono molto grato per la sua disponibilità e per la sua presenza di amicizia e di preghiera. Sono contento che possa gustare oggi un poco della bella toscana e della tradizione religiosa che ci anima. A lui insieme al grazie l’augurio che la Madonna del Conforto lo custodisca.
La presenza di mons. Delpini evoca in me tanti ricordi, fino a quegli anni in cui entrambi rettori di seminario (io nella piccola Pavia, lui nel grande seminario di Venegono) ci si trovava tra educatori dei seminari. Ma con lui sento evocate le radici lombarde da cui provengo, quelle della terra che mi ha dato la vita, il dono della fede e di essere prete.
Sono anche contento che mons. Delpini sia qui per potergli dare occasione di gustare la bellezza della terra toscana che io per primo ho scoperto, e che posso testimoniare raccontando la bella accoglienza che mi avete regalato in questo primo anno di vescovo ad Arezzo.
Grazie a quanti si sono adoperati generosamente in vario modo per la buona realizzazione di questa giornata, sia nella sua espressione liturgica sia nella dimensione popolare di incontro e di pellegrinaggio. A tutti, proprio tutti il mio grazie, unendo il saluto a tutte le autorità civili e militari presenti.
Siamo qui per la festa della Madonna del Conforto. Mi pare di sentire che lei per prima ci aspettava per accogliere tutte le nostre domande, le nostre preghiere, le nostre attese, ascoltando anche angosce e preoccupazioni, attese e speranza. Lei, la Madre, sa ascoltare e custodire nel cuore. Lei potrà portare a Gesù le nostre preghiere. Lei potrà donare a tutti noi, alla nostra città di Arezzo e a tutta la diocesi aretina, cortonese, biturgense il conforto di cui abbiamo bisogno.