Ordinazione diaconale di Ubaldo Cortoni e Matteo Ferrari Camaldoli, Chiesa abbaziale, 5 febbraio 201

05-02-2010

I nostri fratelli Ubaldo e Matteo accedono oggi all’Ordine Sacro. Tutti i presenti sanno che questi nostri giovani uomini hanno già professato  la vita evangelica secondo la regola del di San Benedetto nella Congregazione Camaldolese, promettendo di vivere in povertà, castità e obbedienza alla Chiesa. Una scelta ulteriore segnerà, a partire da questa celebrazione, la loro esistenza: rispondono a Dio che li chiama, decidendo di dedicare  la loro vita al Signore nel servizio della Chiesa. Come prescrive il Libro dei Numeri, “essi assumeranno l’incarico suo e quello di tutta la comunità nei confronti della tenda del convegno, prestando servizio alla Dimora”.Il popolo di Dio  fa loro  corona, con la trepidazione e il rispetto che meritano le scelte d’amore.
Nel Nuovo Israele il sacro Ministero è affidato a chi cerca di vivere la radicalità evangelica. A chi si avvia al sacerdozio, si chiede di anticipare l’esperienza del Regno con una piena offerta di sè e un impegno fortissimo, a suggello della consacrazione battesimale. “Credi sempre ciò che proclami, insegna ciò che hai appreso nella fede, vivi ciò che insegni” .    
Questi giovani monaci scelgono, per amore di Cristo a cui hanno dedicato la vita, di avere per figli i poveri, i diseredati, chi ha fame e sete della giustizia, quanti -giovani o carichi d’anni- cercano il senso della vita.
La tradizione cattolica ci fa da maestra: “è dando, che si riceve; perdonando che si è perdonati; morendo, che si risuscita a Vita Eterna”.     
La liturgia di oggi offre, come contesto di questa  nuova condizione di vita, la logica dell’ amore. La vergine martire Agata, che illumina e con il suo esempio Catania e l’Occidente a partire dal III secolo dell’era cristiana, ci testimonia la misura e dell’ideale e la bellezza  della sequela di Cristo. Dall’amore deriva ogni vera potestà nella Chiesa. Papa Gregorio Magno, della sorella del Grande Patriarca Benedetto, ci dice che: “poté di più, colei che più amò”. La novità del vangelo fa della vita  un cammino, talvolta aspro e controcorrente, ma  davvero efficace per uscire dai condizionamenti del tempo. Si conquista la propria libertà e si  aderisce al progetto di Dio. La via del deserto è una dimensione interiore per ogni cristiano, chiamato a morire al peccato per