- La missione nella Chiesa diocesana
È la Giornata Missionaria Mondiale. Oggi
Dopo avere a lungo pregato, la promessa si avvera nel sacramento dell’Ordine: la grazia di Dio ci concede di generare il nostro futuro. La potenza dello Spirito, la shekhinah, si posa su don Aldo, trasformandolo nella sua interiorità, nel suo essere, perché sia egli stesso un dono per
Quest’oggi con Aldo, che è un dono di Dio per tutti noi, si riavvia il cammino verso la terra promessa, verso la novitas di Dio, che è sempre alternativo alle miserie del mondo, al peccato, alla schiavitù dei luoghi comuni: si riavvia nella virtù cristiana della speranza una sorta di esodo, di uscita dai mali che ci rattristano, una rinnovata promessa di Paradiso.
A voi preti di questa generazione giovane toccherà individuare e praticare forme nuove di presenza del sacerdote in mezzo al popolo di Dio, perché il Pastore sia sempre più vicino alle pecore, soprattutto alle novantanove che parrebbero fuori dall’ovile. Il Vangelo è perenne, ma l’organizzazione del servizio della Chiesa è sempre mutevole nel tempo, tenendo conto che prima vengono le persone da raggiungere, poi le istituzioni delle parrocchie e della diocesi.
2.Chiamati alla santità, nell’unità della Chiesa
Oggi si compie nella grande assemblea la promessa del Signore. La vocazione soprannaturale che ha cambiato la vita del giovane uomo che ci sta di fronte, è ordinata a predicare il Vangelo a ogni creatura, perché davvero c’è bisogno di salvezza, come insegna san Paolo agli Efesini. Tanti davvero ne sentono il bisogno, molti chiedono al popolo di Dio, illuminato dalla sapienza del Vangelo, di fare da punto di riferimento nel turbinio della storia.
Questa grande preghiera è il luogo teologico dove si manifesta quanto Dio è fedele verso di noi. Attualizzando nella vita di ogni giorno il sacerdozio di Gesù, unico sacerdote della Nuova Alleanza, don Aldo entra a far parte del nostro presbiterio. Dona la sua vita nella promessa di collaborare con i successori di san Donato e con tutti i membri del presbiterio aretino, cortonese e biturgense. Sarà un prete credibile se gli riuscirà d’essere distaccato dalle ricchezze della terra, con una storia d’amore indivisa per questa Chiesa, nella pratica del celibato.
Fratello e figlio carissimo d’ora in poi la tua vita appartiene a Dio e alla sua Chiesa, come insegna l’Aquinate: «Sacerdos propter populum – il sacerdote è per il popolo»[5]. Quello che assumi stasera in Duomo non è un lavoro, non ha orario; il sacerdote non bada a se stesso, al proprio interesse, ma al bene degli altri.
Ci sono, invece dei tesori dei quali stasera ricevi la chiave. La certezza che Dio salva attraverso il tuo ministero, se saprai stargli vicino nella meditazione della Parola e nella preghiera quotidiana; l’esperienza che non vi è benefattore più grande del popolo che vivere bene da sacerdote, sul modello del Signore; la letizia e la pace di Cristo che nell’esercizio del sacerdozio potrai seminare il bene a piene mani, nel campo di Dio che è il mondo. Il prezzo che ti è chiesto per queste inestimabili ricchezze è che tu viva una vita conforme al Vangelo: non rincorrendo le mode del tempo, ma spendendoti ogni giorno come la candela che si consuma per fare luce: non per eventi, ma nel girotondo dei giorni.
La santità sacerdotale si persegue nel servizio, con una scelta preferenziale verso i poveri, che comunque saranno sempre con noi: sia quelli che non hanno il necessario per vivere, sia quelli che credono di avere tutto e ancora non hanno scoperto Dio.
Il Santo Vescovo di Ippona ci insegna che saremo pastori veri del gregge di Dio «se non presumeremo dirvi cose nostre. Infatti, se diremo del nostro, saremo pastori che pasciamo noi stessi, non le pecore […]. Quanto al compito dei ministri, è di curare il bene del popolo […] non debbono mirare al proprio tornaconto ma al bene di coloro dei quali sono i servi»[6].
3. Affrontare con fede il cammino verso la terra promessa
«La messe è molta, gli operai sono pochi»[7]. La scrittura ci insegna che siamo servitori del popolo di Dio, non padroni: a tutti noi sacerdoti è chiesto di vivere per la missione, non di compiacerci in ruoli cristallizzati dalla consuetudine. Lasciamoci interpellare dal fatto che il rapporto con la gente è profondamente cambiato nella nostra cultura. Chiediamoci perché del sacerdozio spesso poco rifulge, anche nelle famiglie cristiane, il fascino e la bellezza. La stanchezza «ideologica» che alcuni manifestano non aiuta certo i più giovani a seguire l’esempio dei pastori:
Il sacerdozio non è una funzione, ma un modo d’essere; appartenere a quel filo d’oro che attraversa tutta la storia della Chiesa, dal Cenacolo di Gerusalemme alla nostra vicenda. Il Signore si fida di noi.
Occorre leggere i «segni dei tempi»[8], anche quelli positivi. Ogni nuovo seminarista che si affaccia alla vita diocesana è un segno efficace della benedizione che il Signore effonde a piene mani sulle nostre fatiche e una speranza che si realizza. Prego che ogni comunità della nostra diocesi torni a scoprire qual grande dono sia avere tra i propri giovani chi, con generosità, si avvia alla sequela di Cristo Sacerdote.
Insegna san Gregorio Magno: «Per una grande messe gli operai sono pochi. Di questa scarsità non possiamo parlare senza profonda tristezza, poiché vi sono persone che ascolterebbero la buona parola, ma mancano i predicatori. Ecco, il mondo è pieno di sacerdoti, e tuttavia si trova assai di rado chi lavora nella messe del Signore. Ci siamo assunti l’ufficio sacerdotale, ma non compiamo le opere che l’ufficio comporta».[9]
Nella Chiesa di san Donato la proposta è palese: vivere il sacerdozio significa donarsi. Nella misura di questo servizio che intendiamo offrire a Dio, riuscirà far sperimentare anche a questa generazione come sia possibile «portare il lieto annunzio ai miseri, fasciare le piaghe dei cuori spezzati, proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri e promulgare l’anno di misericordia del Signore»[10].
A questo don Aldo il Signore ti chiama, per la voce della tua Chiesa, gli occhi attenti sul tuo ministero, perché sia sempre illuminato dalla luce del Signore.
[4] Congregazione per il Clero, Il presbitero maestro della Parola, ministro dei Sacramenti e guida della Comunità in Vista del Terzo Millennio, Introduzione, 19 marzo 1999