Celebriamo, carissimi, la passione e la morte di nostro Signore Gesù Cristo per noi.
Abbiamo ascoltato l’intenso racconto della sua passione, secondo la versione di Giovanni, ed eleveremo tra poco la nostra grande preghiera, a nome di tutta la Chiesa, di tutto il mondo, e poi adoreremo la croce, prima di accogliere il dono di Gesù nel segno dell’Eucaristia.
Il racconto della passione che abbiamo ascoltato è un invito a prendere il nostro posto.
La passione ci racconta, anzitutto, il posto di Gesù: è il posto di colui che è preso, che è giudicato, che è condannato; è colui che porta la croce, è colui che viene inchiodato sulla croce; sulla croce muore e viene deposto in un sepolcro.
E, da questo posto, che è quello di Gesù, di colui che muore in croce, si scopre chi siamo noi.
Dal posto di Gesù, dalla croce, si scopre che noi siamo gli amati, coloro per i quali Gesù dà la vita, la offre; coloro che sono da lui salvati, dal suo amore.
Dal posto di Gesù, per lui, noi siamo gli amati, coloro che vengono salvati.
Ma siamo anche invitati a prendere il nostro posto.
Abbiamo sentito come, nel racconto della passione, ci sono molti personaggi: gli amici che camminano con Gesù, Pilato che lo deve giudicare, i giudei che gridano, chi accompagna e sostiene Gesù a portare la croce; e poi sotto la croce c’è Maria sua Madre, le donne, Giovanni il discepolo amato, il centurione; e poi quelli che prendono il corpo di Gesù, deposto dalla croce.
Tanti posti accanto a Gesù, nel suo cammino di croce: quasi a dire che, in questo racconto del Vangelo, in questo racconto della passione, c’è anche il nostro posto. Possiamo sceglierlo noi. Possiamo prendere il posto di chi guarda e giudica Gesù, perché è deluso da lui.
Possiamo prendere il posto di chi lo segue, piangendo addolorati, come le donne.
Possiamo prendere il posto di chi, da amico, diventa traditore, come Giuda e Pietro.
Possiamo prendere il posto di chi ha scoperto di essere amato dal Signore e sta come Giovanni, sotto la croce.
E possiamo essere coloro che accolgono quel dono di vita, prendendo Gesù dalla croce e portandolo nel sepolcro.
Che posto vogliamo prendere?
Siamo gli amici, coloro che si fidano? Siamo coloro che sono stati delusi da Gesù? Magari, gli abbiamo fatto tante preghiere e ci sembra di non essere stati ascoltati… Vogliamo oggi giudicarlo o riconoscere il suo amore? Desideriamo con il nostro cuore di essere salvati da lui? Sappiamo riconoscerlo, come il centurione, verso quella croce, dicendo “costui è davvero il Figlio di Dio”?
Ecco: oggi il racconto della passione ci invita a prendere il nostro posto, quello che scegliamo noi; e dal posto che scegliamo, scopriremo chi è per noi davvero Gesù, qual è la relazione che abbiamo con lui e come ci lasciamo accompagnare da lui nella nostra vita.
Ma qualunque posto ci accadrà di prendere nel cammino della passione, per tutti, da quella croce, c’è una promessa: puoi essere nel posto dell’amato e dell’amata!
Sia questo il dono di questo triduo pasquale e di questa Pasqua: scoprirci nel posto di coloro che si sono amati da lui che dona la vita.