Celebriamo, carissimi, la Passione e la morte di nostro Signore Gesù Cristo per noi.
Abbiamo ascoltato l’intenso racconto della sua Passione, secondo la versione di Giovanni (Gv 18,1- 19,42), ed eleveremo tra poco la nostra grande preghiera, a nome di tutta la Chiesa, di tutto il mondo, e poi adoreremo la croce, prima di accogliere il dono di Gesù nel segno dell’Eucaristia.
Il racconto della Passione che abbiamo ascoltato è un invito a prendere il nostro posto.
La Passione ci racconta, anzitutto, il posto di Gesù: è il posto di colui che è preso, che è giudicato, che è condannato; è colui che porta la croce, è colui che viene inchiodato sulla croce; sulla croce muore e viene deposto in un sepolcro.
E, da questo posto, che è quello di Gesù, di colui che muore in croce, si scopre chi siamo noi. Dal posto di Gesù, dalla croce, si scopre che noi siamo gli amati, coloro per i quali Gesù dà la vita, la offre; coloro che sono da Lui salvati, dal suo Amore.
Dal posto di Gesù, per Lui, noi siamo gli amati, coloro che vengono salvati. Ma siamo anche invitati a prendere il nostro posto. Abbiamo sentito come, nel racconto della Passione, ci sono molti personaggi: gli amici che camminano con Gesù, Pilato che lo deve giudicare, i Giudei che gridano, chi accompagna e sostiene Gesù a portare la croce; e poi sotto la croce c’è Maria Sua Madre, le donne, Giovanni il discepolo amato, il centurione; e poi quelli che prendono il corpo di Gesù, deposto dalla croce. Tanti posti accanto a Gesù, nel suo cammino di croce, quasi a dire che, in questo racconto del Vangelo, in questo racconto della Passione, c’è anche il nostro posto. Possiamo sceglierlo noi. Possiamo prendere il posto di chi guarda e giudica Gesù, perché è deluso da lui. Possiamo prendere il posto di chi lo segue, piangendo addolorati, come le donne. Possiamo prendere il posto di chi, da amico, diventa traditore, come Giuda e Pietro. Possiamo prendere il posto di chi ha scoperto di essere amato dal Signore e sta come Giovanni, sotto la croce. E possiamo infine essere coloro che accolgono quel dono di vita, prendendo Gesù dalla croce e portandolo nel sepolcro.
Che posto vogliamo prendere? Siamo gli amici, coloro che si fidano? Siamo coloro che sono stati delusi da Gesù? Magari, gli abbiamo rivolto tante preghiere e ci sembra di non essere stati ascoltati: vogliamo oggi giudicarlo o riconoscere il suo amore? Desideriamo con il nostro cuore di essere salvati da Lui? Sappiamo riconoscerlo, come il centurione, verso quella croce, dicendo: “Costui è davvero il Figlio di Dio”? (cfr. Mc 15,39).
Oggi il racconto della Passione ci invita a prendere il nostro posto, quello che scegliamo noi; e dal posto che scegliamo, scopriremo chi è per noi davvero Gesù, qual è la relazione che abbiamo con Lui e come ci lasciamo accompagnare da Lui nella nostra vita.
Ma qualunque posto ci accadrà di prendere nel cammino della Passione, per tutti, da quella croce, c’è una promessa: puoi essere nel
posto dell’amato e dell’amata! Sia questo il dono di questo triduo pasquale e di questa Pasqua: scoprirci nel posto di coloro che si sono amati da Lui che dona la vita.