1. «Vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù…».
Verrebbe da chiedersi: e tu c’eri? C’era una festa di nozze a Cana di Galilea… e tu sei stato invitato? sei stata invitata?
Ma, ancora, potremmo dire: c’era una festa di nozze a Cana di Galilea… e tu hai nel cuore il desiderio di esserci, di partecipare, di vivere la gioia della festa, di vedere l’amore di quegli sposi e di gustare anche il vino buono che c’è a una festa di nozze?
C’è una festa di nozze… Potremmo dire: c’è una festa, oggi, ad Arezzo, e tu sei invitato? Tu pensi di andarci? Hai nel cuore il desiderio inesprimibile, che non si riesce a soffocare, di esserci, di partecipare alla gioia e alla ricchezza di questa festa?
C’è una festa di nozze… e tu vieni?
Guardavo oggi – ed è sempre uno sguardo ricco di stupore, di meraviglia, di gratitudine – il cammino e il mettersi in fila per entrare nella cappella della Madonna del Conforto da parte di tanta gente: ci sono famiglie, tanti bambini sono venuti oggi, ci sono persone più anziane, c’è chi è in piena salute e chi, magari, è segnato anche dalla malattia, e si mette in cammino per andare davanti a quella immagine della Madonna, la Madonna del Conforto, e affidare la propria vita.
Oggi, questo mettersi in cammino di tanta gente, di Arezzo e della nostra diocesi, per venire alla festa della Madonna del Conforto, racconta che siamo stati invitati; davvero possiamo anche noi andare alla festa, vivere la gioia di quell’incontro di amore e di gusto della tavola, della fragranza del vino, della gioia di incontrarsi.
Pensavi di essere invitato? Ma guarda che ci sei, sei stato invitato anche tu, puoi venire alla festa.
E allora, quando davvero si va alla festa, come accade a Cana, a una festa di nozze, si racconta l’amore. Potremmo chiederci che cosa accade nella nostra vita, che cosa potremmo raccontare, se scopriamo di essere invitati alla festa, se scopriamo di esserci anche noi alla festa della Madonna del Conforto: che cosa accade a questa festa? Che cosa può raccontare la nostra vita?
2. Come dice il Vangelo, se andiamo alla festa, se davvero ci sentiamo invitati e ci siamo anche noi, può accadere di vedere l’acqua trasformata in vino; anzi, accade che assaggiamo anche noi un sorso di vino che era acqua, che non pensavamo e che possiamo dire “è il vino di migliore qualità che abbiamo mai sorseggiato e potuto gustare”; accade alla festa di vedere l’acqua che diventa vino, accade alla festa di vedere i miracoli dell’amore, perché è il miracolo dell’amore, di una festa di nozze, che l’acqua possa diventare vino.
Dunque, se noi siamo invitati a questa festa, che oggi è la festa della Madonna del Conforto,una festa di amore, e siamo qui per questo, potrebbe accadere di vedere che l’acqua, che è la nostra vita, è trasformata in vino; nel gusto e nel sapore del vino migliore; la nostra vita… e accade questo quando, finalmente, della nostra vita riusciamo a dire “che bella, che dono grande è la vita che ho,che dono incommensurabile il Signore mi ha fatto, con il cuore che batte, con il respiro della mia vita, con la gioia di essere qui”.
Sentirci invitati a questa festa e vedere l’acqua che diventa vino, vuol dire vedere finalmente che la tua vita, la mia vita, è il dono che abbiamo, ed è un dono grandioso, è un dono ricco di bellezza, dove si può ancora sperare, dove si può respirare la gioia, dove si può vivere davvero la vita che abbiamo.
Allora, amici andiamo alla festa della Madonna del Conforto perché l’acqua della nostra vita,che a volte è povera per le sofferenze, per la delusione, per qualche tristezza, qui si scopre che è ricca di dono e che è bella da vivere: la tua vita, quella che hai oggi. Ed è l’acqua che è diventata vino.
3. Ma può accadere, se siamo invitati a questa festa di nozze, di vedere che c’è un’altra acqua che diventa vino, e accade ogni volta che gustiamo e accogliamo il perdono di Dio, la sua misericordia.
Chi di noi non ha bisogno di incontrare la misericordia di Dio, la sua pazienza, la sua benevolenza, il perdono dei nostri peccati, il farsi vicino anche quando il passo della vita e della fede si fa più fragile?
E la misericordia di Dio ci riveste di amore, ci cambia il cuore, ci ridona la gioia e la speranza: il perdono di Dio e la sua misericordia sono il vero conforto; e possiamo raccontare,invitati a questa festa, che l’acqua è diventata vino perché la nostra povera vita, segnata dalla fragilità, dalle nostre ferite, dal nostro peccato è trasformata con una luce rinnovata, bella, che non viene da noi, che è l’amore di Dio, che è la sua misericordia, che è il rimetterci in cammino ogni volta che siamo caduti.
E allora possiamo davvero dire che l’acqua è diventata vino, e siamo noi, perdonati e amati:amati con il cuore grande di Dio.
4. Ma se siamo invitati a questa festa di nozze, se siamo invitati alla festa della Madonna del Conforto, potremmo raccontare che l’acqua diventa vino ogni volta che noi poniamo nella vita un gesto, un segno di amore: un gesto è un segno che racconta che la nostra vita è capace di donarsi, ècapace di voler bene, è capace di guardare agli altri accorgendosi che sono fratelli e sorelle.
Ogni volta che noi, nella nostra vita, viviamo l’amore, nelle occasioni quotidiane e semplici della vita, quell’amore che viviamo e che, a volte ,regaliamo con un sorriso, con un po’ di ascolto dato a qualcuno, con un piccolo aiuto quando lo possiamo dare, con una porta che si apre che non è solo quella di casa ma è quella del cuore, quando accogliamo i bambini, quando sappiamo farci vicino a chi ha il passo stanco nella vita anziana, racconta quell’acqua che è diventata vino, il miracolo di un vino buono, che è il vino dell’amore, è il vino che sperimentiamo nella vita ogni volta che sappiamo donarci.
E allora l’acqua diventa davvero vino, il più buono.
5. Invitati a questa bella festa, scopriamo che l’acqua diventa vino; e possiamo raccontare che l’acqua diventa vino ogni volta che, qui, portiamo la nostra preghiera; ma quante preghiere avete voi nel cuore, oggi, che volete presentare alla Madonna del Conforto?
C’è chi prega per i propri nipoti; c’è chi prega per una persona malata; c’è chi prega per chi è solo; c’è chi viene qui a pregare per il dono della pace su tutta la terra, in Ucraina, nella Terra Santa;c’è chi viene a pregare per la nostra città, perché sia sempre più coesa e amica; c’è chi viene a pregare per la propria parrocchia; c’è chi viene a pregare per i propri cari; c’è chi viene a portare le preghiere che ci servono per la nostra vita; e tutte le poniamo davanti alla Madonna.
Quale preghiera avete nel cuore oggi, qui, adesso, che volete dire a Maria, che consegnate a lei, al suo cuore, alla Madonna del Conforto?
Ogni volta che riusciamo a dire a Maria la nostra preghiera, la consegniamo a lei, e sappiamo che la consegniamo a un cuore di madre; allora possiamo dire che quell’acqua è davvero diventata vino, perché le nostre preghiere, le nostre attese, ora sono nel cuore di Maria, sono nel cuore di una madre, ed è il cuore di una madre che non può non accogliere e non farsi vicino alla nostra vita e diventare il conforto del nostro cammino.
E l’acqua è nuovamente diventata vino…
6. Dobbiamo provare anche a casa nostra. Qui nella cattedrale, nella cappella della Madonna del Conforto ci sentiamo invitati davvero a questa festa e davvero abbiamo visto che l’acqua diventa vino nella nostra vita, ma tornati a casa ciascuno può prendere un po’ di acqua da casa propria, quella che possiamo raccogliere, quella che è la nostra vita, e anche a casa nostra possiamo far diventare quell’acqua vino, e possiamo fare questo miracolo ogni volta che, lasciando questo luogo, ci portiamo nel cuore la presenza di Maria, il suo sguardo, la sua custodia, l’amore che ci ha regalato: allora diventeremo capaci di far diventare l’acqua della vita un vino prezioso, e lo faremo ogni volta che porteremo l’amore del Signore nella nostra vita e nelle nostre case.
Cari amici, buona festa: siamo sicuri che c’è del buon vino!