Domenica di Pasqua, Messa del giorno di Pasqua nella Cattedrale di Arezzo

09-04-2023

Carissimi fratelli e sorelle, troviamo nel Vangelo di oggi (Gv 20,1-9), in questo giorno di Pasqua, una prima ambientazione, una prima collocazione di ciò che, in modo sorprendente, accade a Gerusalemme: “Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio” (Gv 20,1).

Certo, Maria di Magdala andava verso il sepolcro di Gesù aspettandosi di trovarlo chiuso, per venerare un morto che quel sepolcro custodiva: Gesù, il Crocifisso.

Maria di Magdala andava al sepolcro convinta che nulla era cambiato, in quel primo giorno della settimana. E, infatti, annota il Vangelo, “era ancora buio”. Ma non era solo il buio dell’ambiente: era il buio e il dolore del cuore di Maria Maddalena, che nulla pensava fosse cambiato.

E noi, cari amici, oggi viviamo la Pasqua; è giorno e annuncio di gioia, di pace, di letizia, ma guardiamo poi alla nostra vita e anche noi possiamo chiederci: ma che cosa è cambiato oggi rispetto a ieri? Oggi, che è Pasqua, nella nostra vita che cosa è cambiato?

Forse anche noi ci muoviamo, oggi, in quell’ambiente che il Vangelo sottolinea dicendo: “Quando era ancora buio”.

Certo, sappiamo che è Pasqua, ma la convinzione è che, di fatto, nulla è cambiato nella vita. Ci sono, lo sappiamo bene, zone della terra – e tra queste vogliamo ricordare in modo particolare le terre dell’Ucraina – in cui imperversa la guerra, e oggi, giorno di Pasqua, che cosa è cambiato? Nulla.

Pensiamo alle difficoltà economiche di tante famiglie, che vivono la fatica di arrivare alla fine del mese: magari c’è la preoccupazione per il posto di lavoro, perché rimanga; e anche, tante altre volte, la fatica di far crescere i figli provvedendo a tutto quello che serve: è la vita di tanti di noi.

E oggi, Pasqua, che cosa è cambiato? Sembrerebbe nulla.

Oppure, ancora, ci sono situazioni di vita nelle quali qualcuno vive una malattia, una sofferenza, una delusione, un peso che in modo particolare porta nel cuore: e che cosa è cambiato oggi che è Pasqua? Sembrerebbe nulla.

O, ancora, ci sono ferite che toccano le nostre famiglie, le relazioni tra di noi, difficoltà a comunicare e a riaprire il dialogo, a far pace tra di noi; e se ci sono delle fratture, delle rivalità, delle ferite, oggi che è Pasqua, in realtà che cosa è cambiato? Dov’è la novità?

Ecco, dice il Vangelo: “Quando era ancora buio” E possiamo pensare alla vita di tutti noi, ciascuno alla propria. Guardando alla propria vita, oggi, Pasqua, ci possiamo chiedere: ma cosa è cambiato? Che cosa è cambiato nella nostra vita rispetto a ieri, oggi che è Pasqua?

Anche Maria Maddalena andava al sepolcro con questa convinzione nel cuore: che cosa è cambiato oggi? Nulla. E si attendeva di trovare un morto, Gesù, in un sepolcro chiuso.

Invece, la notizia è sorprendente: Maria di Magdala va al sepolcro, al mattino, il primo giorno della settimana, e vede che la pietra era stata tolta dal sepolcro.

Ella non se lo aspettava: lei si attendeva di trovare il sepolcro chiuso, di trovarsi di fronte alla morte, a ciò che era stato quel sabato e quel

venerdì in cui Gesù era morto in croce. Ma arriva al sepolcro e la visione è sorprendente: la pietra era stata tolta dal sepolcro. Vuol dire che quel sepolcro era aperto; entrando, come fanno poi Pietro e Giovanni, vedrà che il sepolcro è vuoto, il morto non c’è più; e l’annuncio è che Egli è nella vita; nella vita per sempre: è Risorto, il Signore è vivo! Si pensava che tutto fosse come prima, invece tutto era cambiato e addirittura la pietra era stata tolta dal sepolcro.

Può accadere così anche a noi, cari amici: potremmo pensare, in verità, che nulla è cambiato nella nostra vita oggi, anche se è Pasqua; nulla è cambiato, e può accadere di scoprire – è questo l’annuncio fatto oggi nella liturgia – che la pietra del nostro sepolcro è stata tolta, non c’è più: è cambiato tutto.

Certo, vediamo ancora la guerra, le ferite e i pesi del nostro cuore; la malattia, una sofferenza, una difficoltà da affrontare, ma è cambiato tutto, è cambiato tutto, perché la pietra è stata tolta dal sepolcro.

Vuol dire che lì dove c’era la morte, dove c’era un peso, una ferita, la violenza, la guerra, è entrata la vita, e la vita è un seme che germoglia, che cresce, che è fecondo, che genera amore, che può cambiare davvero la vita nostra e degli altri.

Allora, credo che sia questo il primo annuncio della Pasqua che possiamo raccogliere oggi: ci viene detto, oggi, che la vita è entrata nella nostra esistenza, è entrata anche lì dove ci sembra che ci siano le pietre che chiudono il sepolcro, dove siamo convinti che nulla potrà mai cambiare. Proprio lì è entrata la vita, che è il Signore Risorto: e se ci accorgiamo di questa vita che ci porta il Signore – che è l’amore e la vita per sempre – cambia tutto, amici: cambia il modo di vedere gli altri, che diventano fratelli; si trova il coraggio di fare la pace; si riapre il dialogo dove lo avevamo chiuso; ci si fa vicini a chi è nella sofferenza.

Se è entrata la vita – ed è questo l’annuncio della Pasqua, – la pietra davanti al sepolcro è stata tolta. Sembra tutto come prima, ma ormai c’è la vita nei nostri sepolcri, nelle nostre ferite, nelle nostre delusioni, nelle nostre sofferenze. E la vita ti regala l’amore, ti regala di vivere in pienezza.

Siamo invitati oggi ad accorgerci che è cambiato tutto nell’annuncio della Pasqua e siamo custodi della vita anche nelle nostre sofferenze.

La vita è germoglio che cresce, ed è regalata anche a noi quella vita che è per sempre, perché ha vinto la morte.

Ma c’è un ultimo particolare che vorrei farvi presente. Maria di Magdala, appena vede la pietra tolta dal sepolcro, va a chiamare altri: Pietro, Giovanni, gli apostoli, e corrono al sepolcro per vedere. Maria di Magdala diventa quindi testimone e aiuta gli amici di Gesù, la Chiesa, a vedere che la pietra è stata tolta dal sepolcro. Vuol dire che cambia tutto quando diventiamo testimoni, quando aiutiamo gli altri, chi è vicino a noi, chi è ancora nel buio della notte, della sofferenza, della solitudine, della disperazione, della guerra. Quando noi diventiamo quelli che vanno a dire agli altri: “La pietra è stata tolta, la vita ha vinto la morte, il Signore è risorto ed è vivo per te, cammina con te, puoi vivere!”, allora ci si accorge che la pietra è stata tolta anche dai nostri sepolcri.

Quando qualcuno, magari accanto a noi, un po’ più triste, un po’ più solo, magari ormai fermo nella propria vita, deluso: quando noi andiamo a dire: “Amico, amica, la pietra dal sepolcro è stata tolta anche per te, puoi vivere, puoi ritrovare gioia, puoi ritrovare la bellezza di vivere l’amore, puoi ritrovare la speranza, puoi rivivere il coraggio, puoi vivere”, allora accade davvero che cambia tutto! Non è più come prima, cambia tutto perché se tu sei andato a dire a qualcun altro che la pietra è stata tolta, che si può vivere, vuol dire che è stata tolta dalla tua vita, hai ritrovato tu la speranza, la gioia, la bellezza della Pasqua, l’amicizia del Signore Risorto, e puoi aiutare gli altri a spostare le pietre dei loro sepolcri per vivere e avere la gioia della Pasqua.

Amici, la pietra dal sepolcro è stata tolta dalla nostra vita, è cambiato tutto e, per questo, buona Pasqua!

 

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