Fratelli e sorelle nel Signore,
Dio ci conduce in questi tempi difficili
con il dono della sua Grazia!
- La presenza dell’Immagine di Nostra Signora, venerata a Loreto
La richiesta di Papa Francesco di far viaggiare per l’Italia la venerata immagine lauretana, nel Giubileo dell’affidamento del Corpo dell’Aeronautica Militare d’Italia alla Madonna, è un grande dono per la nostra Chiesa diocesana, che ha da sempre un forte legame con la Madre di Dio.
Questo pellegrinaggio porta con sé due Grazie particolari: il dono della speranza e il coraggio del nuovo.
Nel XIII secolo, il bosco della Loreta, pia e devota donna, accolse presso Recanati la casa di Maria. Nazareth, già occupata dai mammalucchi, non era più visitabile dai cristiani che, nei secoli – come, attraverso noi aretini, ci racconta Egeria –, usavano pellegrinare nei luoghi santi del Signore.
Una grande disgrazia per quei tempi antichi fu all’origine di una enorme risorsa spirituale di oggi. Loreto è luogo di preghiera e di speranza, soprattutto per gli infermi del corpo e dello spirito.
Da Pio II, l’intercessione di Maria Lauretana, venerata a Loreto, a molti fece recuperare la salute. Quanto agli insicuri nella vita interiore, in tanti siamo testimoni di come Papa Giovanni Paolo II, pellegrinando a Loreto, sia riuscito a toccare il cuore e la mente di migliaia di giovani che, a partire dal 1979, hanno rinnovato la Pastorale Giovanile nelle Chiese d’Italia con insperato impegno, invocato dal Papa Santo presso il Santuario lauretano della Madre di Dio.
Il Signore solo sa quanto abbiamo bisogno oggi di dare speranza alla gente, perché si esca dall’incubo della pandemia. La scienza ci ha dato grandi supporti, ma ancora manca il buon senso e la fiducia per uscire fuori, non già dal dominio dei mammalucchi ma dalla devastazione del coronavirus.
Santa Maria, ottieni anche per questa generazione la speranza, la virtù cristiana di essere certi che Dio non abbandona. Il tempo d’attesa è medicina provvida per suscitare ancora solidarietà tra la gente e respingere le strumentalizzazioni della povertà e del male fisico, per assurdi progetti di parte.
Il dono del coraggio è l’apertura verso il nuovo, perché nella società passi il buono, il bello e il giusto, cioè la ripresa degli ideali che devono sostenere la nostra Nazione in questo tempo, segnato dallo scoramento e da una navigazione a vista perfino di chi dovrebbe saper guidare gli altri.
La Madonna di Loreto che viene in terra aretina è il segno del conforto, perché nessuno si pieghi di fronte al peso del male e neppure si ingegni senza la progettualità alta che appartiene allo spirito umano ed è dono dello Spirito Santo.
- Santa Maria, Icona della Chiesa in cammino nel tempo
La riflessione medievale sulla Madre di Dio ha colto tre dimensioni, fortemente imitabili dal popolo cristiano anche del nostro tempo: Maria è la donna dell’ascolto, la discepola del Signore, Madre e Maestra della Chiesa.
A partire da Spinello Aretino, l’Annunciazione dell’Arcangelo a Maria viene descritta come un’esperienza profonda, avvenuta nel contesto della meditazione della Parola di Dio. La Madonna con la Bibbia in mano percepisce il messaggio che Dio le rivolge e, abituata allo Shemà, si accerta che venga dall’Altissimo quanto le viene proposto e risponde “Ecce Ancilla Domini”, cioè si rende disponibile a collaborare con Dio. È la condizione di tutta la Chiesa e di ogni cristiano, penso particolarmente ai genitori che hanno un bambino piccolo – con la fede si generano i figli alla fede e si fanno diventare membri della Chiesa, con un impegno pedagogico giornaliero, fino a che i piccoli, come le giovani aquile, non saranno in grado di spiccare il volo da soli.
Sant’Agostino dice che Maria generò il Figlio di Dio “prima nel suo cuore che nel grembo”[1]. Maria è discepola di Gesù, perché lo segue dal suo concepimento fino al Calvario. Questo è il senso della pietà cristiana.
La “devozione” vera è farsi quotidianamente ascoltatori della Parola di Dio, leggendo con l’intento di capire ciò che il Vangelo dice; fermarsi per capire cosa dice a te. La risposta che gli darai nel capire la Parola è la preghiera, che è capace di farti superare i limiti che ciascuno di noi ha, laddove “virtù” è parola latina che vuol dire “fortezza”.
Pietro, gli Apostoli, le pie donne e i discepoli, come si direbbe oggi, “vanno in crisi” dopo la morte del Signore. Ragionano alla maniera umana: “Se al Santo è capitata la Croce, cosa faranno di noi?”.
Nel Cenacolo dove gli Apostoli si rinchiudono – che tentazione il ghettoismo –, Maria fa da riferimento, da Maestra della Chiesa che insegna a fidarsi di Gesù anche nel momento del pericolo.
- La vita del cristiano come pellegrinaggio verso la Santa Gerusalemme del Cielo
Il Santo Padre Agostino insegna che ogni buon cristiano è un “homo viator”: “Sei un viandante, questa vita è soltanto una locanda. Serviti del denaro come il viandante si serve, alla locanda, della tavola, del bicchiere, del piatto, del letto, con animo distaccato da tutto” [2]. Devi trascorrere gli anni della tua vita terrena come un viaggiatore, un turista che apprezza la pulizia della locanda, la squisitezza del cibo, la compagnia degli amici, l’amore che dà sapore all’esistenza.
Ma l’homo viator, immagine del cristiano, fa il suo cammino, giorno per giorno, godendo del buono, del giusto e del bello, lasciando traccia di sé con il bene che svolge al mondo, trasformandolo con il lavoro, rispondendo alla propria vocazione, sia esplicita che indiretta.
Il Vescovo d’Ippona insegna che sarebbe stolto il turista che si dimenticasse che a casa ci sono amori da non dimenticare, impegni da realizzare e, soprattutto, guadagni da incassare: la Gerusalemme del Cielo è la casa di ciascuno di noi, dove ci sono persone amate che ci attendono e, soprattutto, il frutto delle opere buone che abbiamo compiuto lungo il percorso della vita.
Questa esperienza della Madonna di Loreto in mezzo a noi è fonte di ulteriori Grazie per tutta la nostra Chiesa.
[1] Sant’Agostino, Sermone 215, 4.
[2] Sant’Agostino, Commento al Vangelo di San Giovanni, 40, 10