Cari Fratelli, care sorelle nel Signore:
- Ci sono tre “pani” da portarci a casa quest’oggi. Sono pani “che se ne mangi non hai più fame”.
Abbiamo aperto la liturgia, con parole imbarazzanti, che contrastano con il messaggio che ci viene costantemente ripetuto dai media. Abbiamo detto:
– ” celebrare con esultanza il grande mistero della salvezza”;[1]
– “state sempre lieti…”;[2]
– “Dite agli sfiduciati, coraggio, non abbiate timore”[3].
Se avessimo la semplicità dei bambini non occorrerebbe proseguire la riflessione sulla Parola di Dio, perché sarebbe facile e bello raccoglierne il messaggio.
Ma noi adulti dobbiamo necessariamente rimuovere un po’ di steccati, abbassare qualche ponte levatoio delle nostre cittadelle interiori, ritrovare il percorso per uscire dalla “selva oscura, dove la diritta via era smarrita“. È questo il percorso interiore per prepararci al Natale.
Oggi, soprattutto, tutti parlano di sfascio, di situazione terribile, di disastro. Vieni in Chiesa e ti senti dire “coraggio, non temere”. Il primo ponte è dunque decidere, ciascuno per sé, ma anche tutti insieme, se la Parola di Dio fa parte di dolciastre evasioni dal reale, di ciclici miti dell’infanzia (è Natale, siamo buoni), oppure se diciamo la verità sull’uomo, sulla storia, sul mondo. Non è poca cosa questo primo enigma da risolvere nella foresta incantata da cui vogliamo uscire.
Non è una scelta d’arbitrio, come chi ritiene di poter liquidare il proprio rapporto con Dio, con una rimozione, affermando che crede o non crede e che comunque non ne ha bisogno, che non gli interessa: in questo modo abbiamo costruito la civiltà dell’indifferenza. Ma è una caratteristica del Vero, che viene in nostro aiuto: non cessa d’esser vero se chi si pone la questione lo considera lo nega. Possiamo sottoporre i valori al conto di maggioranza, ma indipendentemente dall’esito di ogni votazione non cessano di esser valori.
- 2. La Bibbia ti dice “coraggio”
Il Signore si è compromesso con noi, ci sta salvando: “Coraggio, non abbiate timore. Ecco il nostro Dio viene a salvarci...”[4]. Ha avuto misericordia di noi e con vie che forse, in parte, ci sfuggono, rimedia ai pasticci dell’uomo, “novello apprendista stregone“[5] della favola, di chi pur non ancora esperto vuole imitare il maestro e fa un sacco di guai.
Le alte idealità si possono davvero realizzare: parliamo di amore, giustizia, dignità della persona, ecc… Dove sta scritto che dai mali del nostro tempo non se ne viene fuori? La Bibbia insegna che la storia é un segmento “…Io gioisco pienamente nel Signore, perchè mi ha rivestito delle vesti di salvezza…Come la terra produce la vegetazione…così il Signore Iddio farà germogliare la giustizia e la lode danti a tutti i popoli…”. “…Colui che vi chiama è fedele e farà tutto questo…”[6]
La fede del nostro popolo è fatta di memoria: alla storia della fedeltà che Dio ha usato verso di te. Quando non capisci cerca dei punti di riferimento in ciò che era prima: il “punto nave” della coscienza, ossia a che punto si è del proprio cammino interiore. Un sestante funziona per via di riferimenti preesistenti, a cui applichi la logica.
Anche il “sacramento” del Natale -come lo chiama S. Leone Magno- è ricordare. Che è come dire che Natale è inutile se non ti ricordi. Quali sono i contenuti della momeria?
- Il Signore ci ha scelti come suoi testimoni: il ruolo di Giovanni Battista è sempre vivo nella Chiesa.”..come testimone…per rendere testimonianza alla luce perchè tutti credessero…”
- Assicura a tutti noi la forza per fare l’opera sua: “…Lo Spirito del Signore Dio è su di me…mi ha mandato…”.
- Chiede collaborazione:”…Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore…”. Come si fa a preparare la via? Ecco il programma affidato alla Chiesa, perché anche noi lo realizziamo nel nostro tempo. E’ concreto; per divenir reale ha solo bisogno del tuo entusiasmo:
- “…portare il lieto annunzio ai poveri…”: l’opzione privilegiata del nostro essere Chiesa in questo tempo.
- “…fasciare le piaghe dei cuori spezzati…”: “unum” di Marta e Maria.
- “…proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri…”: il lavoro quotidiano, per liberare il mondo dalle schiavitù.
- “…a promulgare l’anno di misericordia del Signore…”: la Chiesa è custode e testimone della Parola.
- “…in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, al quale io non son degno…”[7]
San Giovanni ci ricorda oggi che Gesù è in mezzo a noi e noi non lo riconosciamo perché abbiamo una visione pagana della vita:. Osserviamo la realtà solo attraverso gli specchi deformanti del circo in cui viviamo -questo Occidente pieno di soldi e di egoismo- e perdiamo i parametri del vero. Si accoglie Cristo cambiando in meglio la propria vita. La Parola, sapendo che abbiamo perduto la strada, si fa “luce ai nostri passi”[8]:
San Paolo ci dice di essere alternativi, rispetto alla mentalità diffusa: “…state sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie…“[9]. Il fascino potente di Benedetto: essere monaci delle cose.
Mai chiusi, nè estranei, nè disinteressati. La virtù del discernimento, ossia essere capaci di critica rispetto alle proposte che ci vengono nel tempo. Il Signore è il futuro, il mondo va avanti, occorre rinnovarsi incessantemente: “non spegnete lo Spirito non disprezzate le profezie, esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono…“[10]. Fare cultura è un dovere ampiamente praticato dai cristiani prima di noi.
Essere capaci di lottare, radicalmente contrari a tutto ciò che è male:”…Astenetevi da ogni specie di male…”. L’esorcismo battesimale. La virtù è valore. Il Signore della Storia, che ci prepariamo a ricordare nella meraviglia del presepe ci aiuti a metterci di nuovo in marcia, con lena rinnovata e il coraggio degli amici di Gesù.
[1] Colletta della III Domenica d’Avvento, Colletta
[2] I Ts 5,16
[3] Is 35,4
[4] Ibidem
[5] L’apprendista stregone è il titolo del famoso poema sinfonico del compositore francese Paul Dukas. Questa composizione, scritta nel 1897 da Dukas, descrive in musica la trama della celebre e omonima ballata di Wolfgang Goethe
6 Is 61,11
7] Gv 1,27
[8] Sal 118,105
[9] I Ts 5,16-18
[10] Ibidem 19-22