Festa di Santa Margherita 2022

22-02-2022

È festa ed è festa grande per tutta la nostra antica Chiesa, che si gloria di avere santa Margherita, la “grande mistica francescana” tra i suoi patroni.

Margherita è un luminoso esempio delle risorse che la grazia di Dio sa offrire a chi si impegna. Il metodo praticato da Margherita è quello della più antica tradizione cristiana: l’ascolto della Parola di Dio, la preghiera assidua, la carità verso i bisognosi. Ma c’è in Margherita una qualità che la rende estremamente attuale: intanto l’idea fortissima che Dio perdona, si può ricominciare da capo.

Quanti siamo in Santuario stamani siamo chiamati a conversione. Senza esasperare quel che avvenne alla piccola Margherita, ma la sua conversione è un cammino, un percorso che attraversa tutta la sua vita, una crescita verso l’impegno cristiano. L’ascolto della Parola avviene attraverso il ministero dei frati. Margherita vive al riverbero della seconda generazione dei discepoli di san Francesco. L’Umbria è a un tiro. Il suo arrivo a Cortona, la ricerca di un posto alternativo a quello dove era vissuta con il padre di suo figlio, è un invito tranquillo, ovvio, a cercare la novità del carisma di Francesco, che seguita ad essere, ancora oggi, carico di sapore nuovo. La prudenza dei frati, che si impegnano fortemente nella predicazione, nella guida delle coscienze. Questi sono i due grandi punti che appartengono all’Ordine: una predicazione efficace, arrivare al cuore della gente, una guida per le persone. Margherita entra subito in questo percorso, non cerca compromessi, non cerca applausi.

Margherita riesce a portare al Signore ciò che la sua anima riesce ad elaborare, è sempre fresca la sua preghiera, è sempre attuale alla vicenda che sta vivendo, non morta e stereotipa. C’è un senso importante in questa novità che arriva. E poi se vuoi fare il cristiano non basta dire: “O Signore, abbi pietà”. Se tutto va bene. Ma ti vuoi muovere per favore? Margherita, che più povera di lei a Cortona non c’era nessuno quella volta: mi commuove ogni volta che la penso su quella barchetta da due soldi in mezzo al canneto della laguna che c’era intorno, le paludi, arriva col suo bimbino e il cane che le ha fatto ritrovare morto Arsenio. Non ha nulla e non cerca nulla. Cerca la via del Cielo. La grazia di Dio è intervenuta e i mediatori della grazia sono i francescani. Lo sono con Margherita e lo sono anche oggi. Il senso della presenza dei consacrati è proprio questa: saper offrire a tutti la via di uscita dalla banalità, dal vuoto, da una vita strutturata in maniera che non esalta nessuno. Direi che nei miei cinquanta anni che sono prete ho incontrato un mare di persone, soprattutto uomini, i quali non sono cattivi, ma non sanno ritrovare la via di uscita. Non gli riesce facile riconfessarsi e ricominciare da capo. Non è che non gli interessa. Se la Chiesa però non si fa sollecita, ed ecco l’aiuto dei frati, se non si fa sollecita a dire che “Dio perdona, non la fare tanto lunga. Non ti credere di aver fatto chissà che cosa peggio degli altri. Ricomincia una storia di unione con il Signore che ti ascolta”.

Siamo in un momento estremamente delicato, dove l’odio rischia di prevenire o di prevalere sul dialogo, siamo a rischio di guerra amici miei. Io vorrei che la gente, i cortonesi che sono in Santuario stamani, facessero un giretto dentro la cappella dei caduti e vedessero come i cortonesi di cento anni fa seppero descrivere i mali della guerra, altro che il trionfalismo e gli eroi!

Credo che sia importante vedere come dallo scontro e dall’odio viene solo del male, il bene non esce. Se invece fai un’operazione di vicinanza a Dio, la forza della preghiera è incredibile. Si schieri Margherita con noi per chiedere al Signore di non farci passare, di non far passare le nostre famiglie, attraverso quella cosa terribile che è l’andare al fronte, lo schierarsi gli uni contro gli altri. Santa Margherita, a Cortona, coglie, con la grazia di Dio, il gusto dell’alternativa: si può cambiare, riforma la città, fa ritrovare ai cortonesi, che già erano ben avviati, la meraviglia della santità possibile. Che è il tema della conversione personale. È il tema della carità praticata. Sarebbe però l’ultima idea che voglio sottolineare, cari figli e figlie di Cortona: sarebbe fare un torto alla grande Margherita, pensare che la carità sia levarti di tasca un po’ di soldi. Ci vuole altro. Al bisogno materiale, certo, bisogna provvedere, chi non ha nulla ha bisogno anche di due soldi, ma la vera carità è cambiare l’anima, è ritornare al Signore. Sono i bisogni spirituali. Pensa ai tuoi nipoti, pensa che non viene più in chiesa quasi nessuno. Non hanno bisogno di soldi, hanno bisogno di chi gli faccia vedere la via di Dio. È la via della santità che affascina, è la via della pace che dà tranquillità all’anima ed è quella civiltà dell’amore che siamo tutti chiamati a costruire.

Di fronte alla grande testimone cerchiamo di cambiare il nostro cuore, di uscire rinnovati da questa esperienza collettiva e comunitaria di preghiera.