Domenica delle Palme 2025

Omelia del Vescovo in Cattedrale di Arezzo
13-04-2025

Domenica delle Palme  Passione del Signore.

  1. Viviamo oggi, carissimi, questa solenne domenica che è la domenica delle Palme, è la domenica di passione, è la domenica che ci introduce nella settimana liturgica più importante di tutto l’anno, che è la Settimana Santa o, come è chiamata in alcune tradizioni liturgiche, la Settimana Autentica; potremmo dire: la settimana che contiene il mistero della morte e risurrezione di Gesù e, dunque, il mistero della nostra vita, della nostra salvezza, della nostra redenzione.

La celebrazione di oggi ci accompagna a entrare in questo grande cammino che raggiungerà il culmine nel Triduo Santo, da giovedì alla domenica di Pasqua.

  1. Ci siamo messi in cammino; abbiamo iniziato la nostra celebrazione a San Domenico, dove, ascoltando la pagina di Vangelo di Gesù che entra festosamente, accolto dalle folle, a Gerusalemme, ci siamo messi in cammino; Gesù entra a Gerusalemme e, nell’entrare a Gerusalemme, nell’entrare in quella città che lo porterà sul Monte Calvario, alla croce, come tutto il racconto di passione che abbiamo ascoltato, egli vive alcuni atteggiamenti che dicono che la sua parola, il suo dono è l’amore.

Entrando a Gerusalemme Gesù piange sulla città, e le lacrime di Gesù sono il frutto e il dono di uno sguardo che ama; e tutti i passi di Gesù, quelli che abbiamo ascoltato nel racconto di passione, le sue parole, fino alla morte di croce, raccontano la vita di Gesù che si dona e che ama.

Dove Gesù entra, porta l’amore, porta la vita che è resa tale dall’amore.

In questa domenica in cui celebriamo l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, dovremmo lasciare entrare Gesù anche nella nostra vita.

Gesù entra a Gerusalemme… e nella nostra vita trova le porte aperte?

  1. Arrivando in cammino dalla chiesa di San Domenico mi colpiva una immagine: arrivando in piazza del Duomo vedevo che la porta centrale del Duomo era chiusa, e mi sono chiesto: ma ci sarà chi aprirà la porta del Duomo per lasciare entrare noi e il Signore?

È una bella immagine, per dire che anche nella nostra vita, nella vita del mondo, talvolta ci sono delle porte chiuse che dobbiamo aprire per lasciare entrare Gesù.

Dobbiamo lasciare entrare Gesù nelle porte chiuse del mondo di oggi; lasciamo entrare Gesù lì dove oggi c’è la guerra, c’è la sofferenza, c’è la tragedia del terremoto in Myanmar, ci sono persone scartate e rifiutate. E oggi ci viene detto: lascia entrare Gesù nel mondo, lascia entrare Gesù, e porterà l’amore.

Lasciamo entrare Gesù nelle nostre famiglie; anche nelle nostre famiglie talvolta ci sono porte chiuse: sono le porte chiuse di quando non ci si riesce più a perdonare, si perde l’ascolto, non si cerca la bellezza della vita nei figli che nascono e che facciamo crescere, e ci si dimentica di aver cura di chi è carico degli anni, degli anziani; dunque, nelle nostre famiglie dobbiamo aprire le porte e lasciare entrare Gesù.

Lasciamo entrare Gesù nelle nostre famiglie, perché porti tutto l’amore di cui abbiamo bisogno.

Lasciamo entrare Gesù nelle nostre città, anche nella nostra città di Arezzo, in tutti i luoghi, borghi, paesi della nostra diocesi; e lasciamo che Gesù, entrando nelle nostre città, potendo camminare in mezzo a noi, ci incontri, incontri proprio noi, e incontri anche i luoghi di bisogno, di sofferenza. E porti, Gesù, nelle nostre città, e anche nella nostra Arezzo, una comunità che vive, una comunità che cresce nei gesti e nei segni della carità, dell’accoglienza, della solidarietà. Lasciamo entrare Gesù nelle nostre città.

Lasciamo entrare Gesù nei luoghi della sofferenza; e penso in modo particolare al nostro carcere, dove mercoledì sarò per l’eucaristia; penso ai luoghi dove gli anziani sono accolti per essere curati, le case di riposo; penso a tutti i luoghi dove si affronta la malattia: in particolare, i nostri ospedali e dove ci è chiesto di aver cura paziente e delicata della vita di tutti, di aver cura fino alla morte naturale.

Ecco, lasciamo entrare Gesù nei luoghi della sofferenza, della povertà, dell’emarginazione, e proprio in questi luoghi Gesù porti, nell’amore, il dono della consolazione, il balsamo della vicinanza, la consolazione della speranza.

  1. Amici, lasciamo entrare Gesù nella nostra vita; a volte quelle porte chiuse sono nel nostro cuore, sono nella nostra vita; talvolta, pensiamo che Gesù non possa entrare nella nostra vita quasi perché non ce lo meritiamo, perché incontriamo anche noi il peccato, perché talvolta ci siamo dimenticati della sua presenza.

Oggi ci viene detto: Gesù vuole entrare nella tua vita, vuole entrare a casa tua, vuole accompagnare il tuo cammino.

Lasciamo entrare Gesù, lasciamolo entrare nella nostra vita, e ci porti lui quell’amore di cui abbiamo bisogno, che è amore che incoraggia, che consola le nostre ferite, che perdona il peccato, che si fa carico dei dolori più forti che possiamo avere nel nostro cuore, come il dolore di chi ha perduto prematuramente una persona: lasciamo entrare Gesù nella nostra vita, e ci accompagni nell’amore.

  1. Vengono in mente le parole di san Giovanni Paolo II di cui in questi giorni abbiamo ricordato la morte, vent’anni fa, e viene alla mente la sua grande omelia nella messa di inaugurazione del suo pontificato, quando gridò “Spalancate le porte a Cristo, spalancate le porte a Cristo”, e aggiungeva “Non abbiate paura, non abbiate paura perché Cristo sa di cosa abbiamo bisogno”.

Lasciamo entrare Gesù nella nostra vita e nel nostro mondo.

 

+ Andrea Migliavacca

 

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