Celebrazione eucaristica nella Solennità del Santissimo Corpo e Sangue del Signore (Corpus Domini)

Chiesa parrocchiale di Sant’Agnese in Pescaiola, Arezzo
30-05-2024

Un cordiale saluto e ben trovati a tutti voi che siete il volto della nostra bella comunità che si trova in preghiera e in cammino; un carissimo saluto vorrei rivolgerlo a tutti i sacerdoti presenti, ai diaconi, al parroco di Pescaiola che ci accoglie, il parroco di San Donato dove arriveremo e, poi, anche tutti quelli che, in vario modo, rendono possibile il servizio, la preghiera, la celebrazione e, poi, anche la processione; grazie anche a chi predisporrà la nostra sosta davanti all’ospedale. Poi un saluto a tutti voi, alle autorità civili e autorità militari presenti, alle varie aggregazioni, alle confraternite, ai religiosi e religiose; grazie al coro: sono contento che ci siete e grazie del vostro canto e della vostra preghiera insieme a noi.

Un particolare saluto lo diamo ai ragazzi della prima comunione: è proprio bello vedervi qui; grazie che ci siete e che pregate e poi camminate con noi. Quindi davvero ben trovati tutti.

Grazie per la celebrazione che viviamo; una celebrazione che è un segno bello all’interno della città, perché non solo ci ritroviamo a pregare e a celebrare l’eucaristia nella chiesa ma, nel cammino delle nostre strade, tra le nostre case, noi viviamo un segno che dice che viviamo la sequela, che noi camminiamo con Gesù, che vogliamo che sempre di più, nella nostra società e nella nostra comunità, sia il Signore a camminare con noi.

E allora vogliamo, con la processione che faremo tra poco, portare questa testimonianza: noi seguiamo Gesù, noi camminiamo con Gesù nella nostra vita, noi immaginiamo il mondo in cui viviamo come un mondo in cui Gesù cammina con noi; e questo è il messaggio bello che vogliamo portare ai fratelli e sorelle tutti della nostra città e della nostra diocesi.

Nella parola di Dio che abbiamo ascoltato, mi sembra che possiamo ritrovare un’immagine che ci aiuta questa sera, ed è l’immagine o l’esperienza dell’invito, dell’essere invitati. Le ultime parole della lettera agli ebrei, infatti, parlano di coloro che sono stati chiamati a ricevere l’eredità eterna che era stata promessa, cioè ci sono alcuni che sono invitati; e se guardiamo alla prima lettura e al Vangelo, potremmo dire che si tratta dell’invito del “metterci a tavola”. Pensate che bello quando anche nelle nostre case ci capita di invitare qualcuno a tavola: allora la cena diventa più festosa, la gioia è condivisa, l’ospitalità fiorisce, c’è qualcuno che è stato invitato a tavola.

Questa sera, nella celebrazione che viviamo e nella nostra processione, noi facciamo l’esperienza di essere invitati a tavola: ed è la tavola della festa, la tavola della gioia. E che cosa troviamo noi, invitati alla tavola del Signore?

La prima lettura, il libro dell’esodo, ci ricorda che alla tavola del Signore siamo invitati per accogliere la Parola. Questa pagina dell’esodo racconta di una grande celebrazione, in Israele, durante la quale Mosè presenta al popolo i comandamenti, la legge, la parola, la Torah, e il popolo risponde: “tutti i comandamenti che il Signore ha dato noi, li eseguiremo”. Israele scopre che è invitato alla tavola per accogliere la parola di Dio, c’è una parola che il Signore regala alla vita del popolo.

Carissimi amici, anche noi questa sera siamo invitati a una tavola dove ci viene regalata la parola; ed è la parola che guida, che illumina, che consola, che conforta, che aiuta a farci compiere le scelte, che accompagna davvero i passi della nostra vita. Siamo invitati per ascoltare una parola; in qualche modo ci viene detto: amici, il Signore ha una parola per ciascuno di noi, ha una parola che incontra proprio oggi il nostro cuore, quello che noi portiamo dentro, quelli che sono i nostri bisogni, le attese, magari le gioie o qualche sofferenza. Oggi ci viene detto: sei invitato e sei invitata perché il Signore ha una parola per te, per la tua vita, per il tuo cuore, per il tuo cammino.

Ecco, questo è il primo dono che noi ritroviamo questa sera nell’invito che ci è rivolto: invitati a metterci alla tavola; e c’è la parola del Signore per noi, per la nostra vita, per il nostro cammino.

Ma l’invito a mettersi a tavola, ci ricorda il Vangelo, e anche l’invito a prendere un pane spezzato e un sangue versato, che è la vita di Gesù, è il dono sulla croce di Gesù, il suo sacrificio, ed è un dono di amore e noi sappiamo come quel dono di amore, che trova il proprio sacramento in quell’ultima cena, nel pane e nel vino consacrati, quel dono di amore è dono che fa vivere, che regala la vita.

Anche noi questa sera siamo invitati alla tavola per prendere il cibo che è stato preparato per noi: il pane e il vino donati, che sono il corpo del Signore presente; il pane e il vino donati per noi che sono il cibo per la vita.

Ecco l’invito che accogliamo questa sera: siamo invitati ad andare alla tavola del Signore per accogliere, come regalo, la vita; per scoprire il dono di vivere; per ritrovare più vita nel nostro cammino; e nel dono dell’Eucaristia ci è regalata la vita, ed è la vita del Signore, che è vita eterna per noi.

Siamo invitati, sentiamoci invitati; e alla tavola del Signore troveremo una parola che accompagna la nostra vita, e troveremo un cibo che ci regala la vita per sempre.

Il nostro metterci in cammino nella processione non solo è testimonianza che noi siamo invitati, ma è l’annuncio, la parola che diciamo a tutti, alla città, a chi ci guarderà, a chi ci ascolta: noi diciamo che sono invitati a venire alla mensa del Signore, alla tavola del Signore Gesù.

Portiamo la testimonianza di questo invito, perché parole di vita e il pane consacrato accompagnino la vita di tutti noi e della nostra comunità.