Santa Maria delle Grazie al Calcinaio

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“Paese mio che stai sulla collina…”: è’ l’inizio di una bella canzone di qualche anno fa, le cui parole sembra siano state scritte da un cortonese, che a malincuore doveva abbandonare la sua città.
Cortona è bella e a dirlo non sono soltanto i suoi abitanti. Un fascino e un’attrattiva particolare emanano da questa città per la sua posizione di grande terrazza sulla Valdichiana, per le sue strade e le sue case che profumano di antico, per la sua gloriosa storia civile, le sue lotte in difesa della libertà, ma anche per le sue belle chiese, le sue tradizioni cristiane, i suoi monasteri, i suoi santi. Cosi la vede, con l’animo del poeta, il vescovo mons. Giuseppe Franciolini:
“Nobile e austera, sulla Valdichiana come regina leva si Cortona “
Cortona è uno di quei luoghi che suscitano soggezione e rispetto. In questo anno dedicato a Maria, in comunione con tutto il mondo cattolico, la chiesa cortonese invita i suoi figli a scoprire il senso profondo della storia, intimamente percorsa dal disegno provvidenziale della salvezza”, rivolgendo lo sguardo alla figura esemplare della Madre di Dio: con Maria, quindi, verso il duemila pellegrinando sulle strade del tempo.
Oltre alla prodigiosa immagine venerata nella chiesa cattedrale con il titolo di “Madonna della Manna” e a quella, venerata come “Madonna dell’Ellera”, nel santuario di S. Maria Nuova (un’armoniosa chiesa a croce greca, anch’essa in stile rinascimentale, costruita dal popolo cortonese fra il 1550 e il 1600 in onore della Madonna), a metà strada fra Cortona e Camucia si trova un elegantissimo monumento di fede e di arte, la chiesa di Santa Maria delle Grazie, comunemente detta “Il Calcinaio”. Recentemente, neI 1985, in occasione del cinquecentesimo anno dalla fondazione, è stata dichiarata dal vescovo mons. Giovanni D’Ascenzi santuario mariano di Cortona.
La devozione verso l’immagine della Madonna delle Grazie ebbe inizio la domenica di Pasqua 1484, quando, tra la numerosa folla di fedeli raccolti in preghiera davanti all’antica edicola, sì verificarono numerose guarigioni miracolose. A condurre tanta gente nella valle del Calcinaio era stato il racconto di un contadino, i cui buoi, arando il terreno, si erano ripetutamente inginocchiati, il venerdì di quella medesima settimana santa, davanti alla sacra edicola.
La dolce immagine della Santa Vergine con il Bambino, opera pregevole di anonimo trecentesco, vegliava materna, dall’alto di una nicchia, l’umile e malsano lavoro dei conciatori dì pelli: la calce viva, usata a questo scopo, dava il nome dì “calcinaio’ alla vasca e in seguito al santuario.
Dì fronte al crescere della devozione e al moltiplicarsi delle grazie, l’Arte dei calzolai, proprietaria della concia, si riunì in consiglio il martedì seguente e decise di nominare una commissione di soprastanti per amministrare le offerte e annotare diligentemente le guarigioni prodigiose. Il numero delle une e delle altre fu in breve tempo impressionante. Con decreto del papa Sisto IV fu subito eretta una cappella fornita di numerosi confessori; a Luca Signorelli fu affidata la scelta di un architetto in grado di costruire una grande chiesa in un luogo tanto impervio e ricco di acque.
Il 6 agosto 1485, Silvestro Ciaffini, capitano della città di Cortona, poneva nei fondamenti la prima pietra, che, passata di mano in mano, era stata baciata dai numerosissimi presenti. Nasceva così il capolavoro del senese Francesco di Giorgio Martini, architetto militare del duca di Urbino. Puro esempio di stile rinascimentale toscano, questa chiesa è, per la perfetta armonia delle sue linee, il monumento più importante di Cortona e una pietra miliare nella storia dell’arte. Oltre al Martini e a Pietro di Norbo (o Nozzo) che lavorò alla cupola, vi lasciarono loro opere Tommaso Bernabei detto il Papascello, Guglielmo di Marcillat, Bernardino Covatti, Allori, Fabbrucci, Jacone, ecc..Fu consacrata dal vescovo Filippo Bardi la terza domenica di ottobre 1604 e fu dedicata all’annunciazione della beatissima Vergine Maria.
A 500 anni dalla fondazione, oggi più che mai il santuario del Calcinaio testimonia con la sua armonia e bellezza la continuità dell’affetto del popolo cortonese a Maria, a riprova di quanto ella profetizzò di sé nel Magnificat: “Tutte le genti mi proclameranno beata”. Il visitatore non distratto che vi mette piede si sente a suo agio, inondato e illuminato da una penetrante luce che fluisce particolarmente dalla cupola, simbolo del cielo e stupenda corona sul trono della Madonna. Il pellegrino e chiunque è disposto alla voce dello Spirito non può rimanere indifferente, allo sguardo dolce e velatamente mesto della Vergine che, presentando Gesù, sembra ripetere, come alle nozze di Cana: “Fate tutto quello che lui vi dirà”.
Anche da questo luogo privilegiato, visitato dalla Madonna, ripartiamo serbando nel cuore l’esempio di Maria, perché in lei si è realizzato pienamente il disegno di Dio. Quando tace ogni rumore fuorviante, giunge una voce che illumina, conforta, fortifica: la parola di Dio, Padre misericordioso. Ascoltino e mettano in pratica questa parola, i pellegrini che da Cortona e da fuori, si incontreranno nel Santuario che, come faro sulla collina, proietta la sua luce su tutta la Valdichiana.