La storia della Passione, anche quella che racconta Marco alla fine del suo Vangelo[1], è il frutto dell’ascolto. Sono i racconti del popolo, le storie gerosolimitane, cioè quelle tramandate di bocca in bocca tra il popolo di Gerusalemme: quanti videro, ascoltarono, si meravigliarono, forse si liberarono dal pregiudizio e dalla paura.
Con i Salmi, Israele antico riflette sui nomi di Dio: come raccontare ai giovani l’identità di un popolo, attraverso quelle esperienze che sono la nostra storia di credenti. Dio è “Grande; Potente, Paziente e misericordioso; Buono; Sostiene quelli che vacillano; Giusto”[2], ma soprattutto è “Fedele per sempre, rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati”[3], ti puoi fidare di Lui, non viene mai meno alla parola data.
Nelle gelide notti di un gulag nella Siberia, per non farsi travolgere dalla disperazione, uno dei prigionieri si offrì di recitare a mente l’Apocalisse e il gruppo intero, confortato dalla Parola di Dio, riuscì a resistere e a raccontare poi come era loro riuscito di sopravvivere malgrado la durezza della prova.
Un antico Padre della Chiesa greca riflette che a Betlemme era cominciata nella Grotta della Natività la Passione di Dio, Verbo Incarnato. La sua natura divina gli dà la forza di resistere; la sua natura umana, assunta con il fiat da Maria, segna quel tratto di storia della Salvezza che libera tutti noi dal male che ci opprime. Ancora oggi, in mezzo allo sgomento per la malattia che imperversa quasi in ogni parte del mondo, la meditazione sulla Passione del Signore ha la straordinaria capacità di donarci la forza di resistere e la speranza che “Dio è fedele per sempre”[4] e non ci abbandonerà neanche questa volta.
È verità che capiscono i semplici: tutti coloro che, come i bambini di Gerusalemme lo salutarono festanti all’ingresso nella Città Santa, riconoscono che Gesù ci libera dal male, non ci abbandona alla tentazione, perdona le nostre colpe, ci offre l’opportunità di una storia tutta nuova che sta a noi scegliere quando ricominciare.
Da quelle memorie di Gerusalemme, il popolo di Dio trae coraggio anche oggi. Raccontare i dettagli della Passione che svela la qualità del dio fedele è motivo per acquisire la pace del cuore e liberarci dalla paura. Forse, varrebbe la pena aiutare almeno i più piccoli alla preghiera, magari non solo agitando i rami d’olivo, come ancora oggi fanno i bambini in tutto il mondo cristiano, ma recitando anche l’antica preghiera dei semplici, della tradizione gesuitica: “Cuor di Gesù, Tu sai; Cuor di Gesù, Tu puoi; Cuor di Gesù, Tu vedi; Cuor di Gesù, provvedi; Cuor di Gesù, concedi; Cuor di Gesù, io credo al tuo amore per me; Cuor di Gesù, pensaci tu”.
[1] Cfr Mc 14,1-15,47
[2] Sal 145 passim
[3] Sal 146, 6-7
[4] Idem, ibidem

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