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Comunicato 20.VI.2022

Il nostro antico Vescovo, Fra’ Flavio Carraro, si è addormentato nel Signore, dopo lunga e penosa malattia.

Domani 21 giugno, al rito esequiale nella Cattedrale di Verona, Mons. Fabrizio Vantini, nostro Vicario Generale, andrà a rappresentare la nostra Diocesi.

Nella stessa mattinata, alle ore 10.00, nella Cappella della Madonna del Conforto, l’Arcivescovo presiederà l’Eucarestia con i sacerdoti che vorranno pregare per l’anima del defunto Pastore.

I fedeli sono invitati a farsi presenti alla comune preghiera della nostra Chiesa particolare.

 

+ Riccardo Fontana, Arcivescovo

Lutto in Diocesi_ Mons. Valter Iacomoni

Si comunica che il giorno 9 febbraio 2022  Mons. Valter Iacomoni è stato chiamato alla casa del Padre.

La Messa Esequiale si svolgerà giovedì 10 febbraio ore 15.00 nella Chiesa di S. Agostino a Monte San Savino.

I Vicari Zonali e i Vicari Foranei sono pregati di comunicare la notizia ai confratelli.

Chiediamo a tutti di ricordarlo nella preghiera.

Lutto in Diocesi_Mons. Babini

Alle prime luci dell’alba nel giorno dei Santi si è addormentato nel Signore il nostro antico Vescovo Ausiliare Giacomo Babini, di anni 92, che resse successivamente le Chiese di Pitigliano-Sovana-Orbetello e poi di Grosseto.

Tornato a Sansepolcro per malattia ha servito il popolo che lo aveva conosciuto zelante parroco fino al termine della vita.

Iddio benedetto ricompensi questo figlio fedele della nostra Chiesa con il premio eterno.

La Messa esequiale sarà celebrata il 3 novembre 2021 nella Concattedrale di San Giovanni in Sansepolcro alle ore 16.00.

In preghiera per l’Ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci, e il loro compagno di viaggio, l’autista Mustapha Milambo

La comunità congolese in terra d’Arezzo invita a pregare per l’Ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci, e il loro compagno di viaggio, l’autista Mustapha Milambo, che un vile attentato ha fatto perire nella Repubblica Democratica del Congo, mentre assicuravano aiuti alimentari, in una missione ONU, a quanti in Africa sono provati dalla carestia.
Ciascuno di loro, nelle rispettive funzioni, ha praticato la virtù cristiana della carità e il coraggio di chi non si cura del pericolo per aiutare gli altri, espressioni più alte del valore della persona umana.
Domenica 28, alle ore 18,00, nella Chiesa Cattedrale di Arezzo ci riuniremo a pregare con i cristiani e, specialmente, quelli originari dell’Africa che vogliono affidare al Signore questi degni della nostra Nazione italiana.
Esprimiamo profondo cordoglio alle rispettive famiglie assicurando ad ognuna tutta la nostra vicinanza spirituale.

Il contributo dei Lions Club Arezzo Host

La Cattedrale di Arezzo illuminata grazie a Lions Club Arezzo Host

 

Verrà presentato mercoledì 24 febbraio, alle ore 11, nella sala stampa del Palazzo vescovile (piazza Duomo, 1), nel corso di una conferenza stampa, l’interessante quanto significativo intervento riguardante l’illuminazione esterna della Cattedrale, realizzato grazie a Lions Club Arezzo Host e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, del Comune di Arezzo e dell’azienda AEC Illuminazione.

Partecipano alla conferenza l’arcivescovo Riccardo Fontana e l’avvocato Francesco Chianini, presidente del Lions Club Arezzo Host.

L’opera sarà inaugurata sabato 27 febbraio, alle ore 18.

 

La conferenza stampa si svolgerà in osservanza dei protocolli previsti dall’emergenza sanitaria.

Comunicato Stampa

A nome del Santo Padre, la Penitenzieria Apostolica ha comunicato all’Arcivescovo che è stata concessa l’indulgenza plenaria a tutti coloro che visiteranno la Chiesa Cattedrale in occasione della Novena e della successiva Festa della Madonna del Conforto, alle consuete condizioni di confessarsi, comunicarsi, pregare secondo le intenzioni del Papa e fare un’opera di misericordia.


comunicato stampa

Comunicato Stampa

                                                                Domenica 14 giugno, Solennità del Corpus Domini.


Messa, alle 18, celebrata dall’Arcivescovo e benedizione dal sagrato del Duomo

Domenica 14 giugno alle ore 18, l’Arcivescovo Riccardo Fontana presiederà la Santa Messa, in occasione della solennità del Corpus Domini, nella Cattedrale di Arezzo.

Poiché le Autorità competenti, pur con alcune ulteriori restrizioni, hanno consentito le tradizionali processioni solo a due giorni dalla celebre Festa Religiosa, ovvero con un margine temporale talmente ridotto da rendere impossibile l’organizzazione dell’evento, l’Arcivescovo, al termine della Celebrazione, impartirà la Benedizione alla Città dal sagrato della Cattedrale.

La Santa Messa sarà trasmessa in diretta dall’emittente diocesana TSDtv sul canale 85 e in streaming (www.tsdtv.it/live).


COMUNICATO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE TOSCANA A SEGUITO DEL DPCM DEL 26 APRILE 2020

Comunicato della Conferenza Episcopale Toscana

(RELATIVO ALLE MISURE DI CONTENIMENTO DEL CONTAGIO DA VIRUS COVID-19 NELLA FASE 2)

I Vescovi della Toscana si uniscono alla Conferenza Episcopale Italiana nell’esprimere l’esigenza di poter riprendere l’azione pastorale e l’attività di culto della Chiesa, nel rispetto delle misure necessarie per il controllo del contagio, ma nella pienezza della propria autonomia.

In queste settimane anche le Chiese della Toscana non solo hanno accettato, con sofferenza e senso di responsabilità, le limitazioni assunte per far fronte all’emergenza sanitaria, ma le hanno accolte e vissute nell’orizzonte del bene comune. Lo hanno fatto però nella consapevolezza che, come ha affermato Papa Francesco durante la celebrazione eucaristica in Santa Marta lo scorso 17 aprile, “questa non è la Chiesa: questa è la Chiesa di una situazione difficile”. “L’ideale della Chiesa – ci ha ricordato il Santo Padre – è sempre con il popolo e con i Sacramenti. Sempre”.

Le Diocesi toscane quindi si dicono pronte a recepire tutte le indicazioni che potranno essere fornite da specifici protocolli di sicurezza, analogamente a quanto stabilito per altri luoghi e attività, nella certezza che le ragioni economiche, culturali e sociali, in base alle quali vengono o verranno presto riaperti fabbriche, negozi e musei, parchi, ville e giardini pubblici, non possono avere una prevalenza rispetto all’esercizio della libertà religiosa, che è tra i principi fondamentali della Costituzione (come sanciscono gli artt. 2, 7 e 19) e definita dal Concordato tra Stato e Chiesa (si vedano gli artt. 1 e 2 dell’Accordo di revisione del Concordato tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede del 18 febbraio 1984).

I Vescovi toscani ricordano che, come in tutta Italia, anche nella nostra Regione la Chiesa è stata in questo tempo difficile vicina alle persone, sia con l’assistenza spirituale resa possibile dai mezzi di comunicazione, sia fornendo attraverso le parrocchie, le Caritas, le associazioni, il volontariato organizzato una serie di servizi socialmente importanti. Ritengono però che adesso, con l’apertura di una nuova fase, sia necessario consentire una più ampia partecipazione dei fedeli alla vita sacramentale che sta alla base della prossimità caritativa, assicurando la massima disponibilità, come dimostrato finora, ad attenersi con rigore alle indicazioni che saranno date perché questo possa avvenire con il massimo controllo possibile. In questo ci si fa voce anche di tante persone sole, per le quali l’espressione comunitaria della fede è urgenza esistenziale. La Chiesa ha dimostrato di saper rispettare, anche quando questo è costato pesanti rinunce, le ragioni della scienza e della politica chiamate a dare indicazioni di carattere sanitario  e sociale su come contenere il contagio. Anche chi ha responsabilità scientifiche e politiche però deve dimostrare adesso di saper rispettare le ragioni della fede e riconoscere la capacità della Chiesa di agire con matura responsabilità.

 

I Vescovi delle Diocesi della Toscana, 27 aprile 2020

 

 

COMUNICATO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE TOSCANA

Comunicato della CET sul Coronavirus

CHIESE E FEDELI NEL TEMPO DELLA PANDEMIA DA CORONAVIRUS

L’evolversi dell’emergenza epidemiologica da coronavirus covid-19 induce a rafforzare l’impegno delle nostre comunità ecclesiali per contrastare la diffusione della malattia, che avrebbe conseguenze fatali sull’intero sistema sanitario e di conseguenza sulla stessa coesione sociale. Quanto scriviamo fa seguito ai più recenti provvedimenti del Governo e al Comunicato della Presidenza della C.E.I. del 12 marzo.

Ci sembra di dover raccogliere anzitutto l’invito delle Autorità pubbliche a restare in casa per quanto ci è possibile. Aderire a questa esortazione deve essere inteso non solo come un esercizio di responsabilità civica, ma ancor prima come fondamentale espressione di carità cristiana: rispetto del prossimo, contributo a non aggravare l’opera lodevole ed estenuante di medici, infermieri, volontari e forze dell’ordine, favorire chi è costretto a uscire per irrinunciabili motivi di lavoro o di prima necessità. Esortiamo a vivere la permanenza in casa anche come un tempo di preghiera e di raccoglimento. Di fronte a Dio ciò che qualifica la nostra preghiera non è il luogo da cui si innalza, ma il cuore da cui sgorga.

Quanto siamo costretti a vivere in questi giorni è anche occasione per scoprire meglio due modi di presenza del Signore in mezzo a noi, non come segno di ripiego, ma come necessità costante per la vita cristiana, anche nel futuro. Anzitutto, la famiglia è come una “Chiesa domestica”, dove siamo chiamati a crescere insieme nella fede e nell’amore, memori della promessa del Signore: «dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18,20). Vale per noi in questi giorni l’esortazione di San Giovanni Crisostomo ai suoi fedeli: «Fate della vostra casa una Chiesa» e quelli accolsero l’invito con «acclamazioni di giubilo». Pregare in casa non deve essere inteso come una privazione, ma come occasione per riconoscere la grandezza della vita familiare. Una seconda esortazione riguarda l’importanza di riscoprire in questi giorni il grande valore della “presenza reale” del Signore nella sua Parola: una presenza da custodire, coltivare e approfondire personalmente e in famiglia. Diamo alle nostre giornate il giusto orientamento lasciandoci illuminare da un’assidua lettura e una profonda meditazione della Sacra Scrittura.

In questo contesto, che privilegia il rimanere nelle nostre case, considerato il ruolo che le chiese hanno sempre avuto nel contesto delle città, borghi e paesi della Toscana, nonché nel sentire della nostra gente, riteniamo di poter mantenere aperte le nostre chiese, come segno di una Chiesa che resta presente alla vita delle comunità, ancor più in questi giorni di sofferenza. L’apertura delle chiese viene proposta dunque come un segno, non come un invito a frequentarle. Di qui la precedente esortazione a valorizzare la casa come luogo di preghiera e di lettura della Parola di Dio. Occorre però essere molto avveduti, per cui l’apertura può esserci a condizione che si possa garantire un rassicurante adeguato livello sanitario (distanza tra le persone, esclusione di oggetti che possono passare da una mano all’altra come i libri di preghiere, possibilità di intervenire con frequenza con azioni di disinfezione di panche, porte, maniglie o altri oggetti che possono essere toccati dai fedeli, ecc.), anche tenendo conto che tutto questo sia consentito dalle condizioni di salute ed età dei nostri preti. Senza queste condizioni sarebbe un gesto di irresponsabilità aprire i nostri luoghi di culto e lo sarebbe soprattutto verso i più deboli.

Ci sembra infine significativo e lodevole l’impegno di molti sacerdoti a restare in contatto con i fedeli mediante i social, rendendosi utili così all’accompagnamento e offrendo anche l’opportunità di unirsi alla preghiera del sacerdote in chiesa. Vanno anche valorizzate le trasmissioni dedicate alla preghiera che vengono offerte nelle reti nazionali e attraverso i nostri mezzi di comunicazione locali. In questo contesto esortiamo i sacerdoti a farsi vicini soprattutto ad anziani e malati tramite il telefono, portando loro parole di sostegno e di conforto.

Il nostro pensiero va, con sentimenti di solidarietà e vicinanza, agli ammalati e alle persone e famiglie in quarantena. La fede ci invita a vedere nella loro sofferenza, nell’orizzonte della croce di Gesù, una partecipazione al mistero della redenzione. Nella nostra preghiera ci sono tutti loro, come pure quanti hanno incontrato la morte in questa pandemia. Ci sentiamo vicini con ammirazione e gratitudine nonché con la preghiera a quanti operano nel nostro sistema sanitario e di protezione civile per combattere il morbo. Chiediamo al Signore luce per i nostri governanti, affinché le loro decisioni siano nel segno della saggezza e trovino convinta accoglienza nel nostro popolo.

L’emergenza sanitaria ci coglie nei giorni della Quaresima, e le indicazioni di comportamento che ci vengono date vanno accolte quasi come un’opera penitenziale specifica di questo tempo, un’opera di misericordia e di carità verso i più fragili. Ma noi sappiamo anche che la Quaresima è preparazione alla Pasqua del Signore: nel suo potere di Risorto poniamo le ragioni della nostra speranza di vita.

13 marzo 2020

I Vescovi delle Chiese della Toscana