La diocesi festeggia il beato Gregorio X, compatrono di Arezzo

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La Diocesi celebra la Memoria liturgica del beato Gregorio X Papa, compatrono di Arezzo. Per l’occasione verranno celebrate in Cattedrale delle Messe ai consueti orari, nella cappella di san Silvestro, dove si trova l’urna. La Messa delle 9 in particolare verrà celebrata dal Capitolo della Cattedrale, poi nel pomeriggio l’urna verrà spostata davanti all’altare maggiore. Come da tradizione la sera del 10 gennaio si svolgerà anche la cerimonia della donazione dei ceri al Beato Gregorio X. Sono circa 250 i figuranti dei quartieri della Giostra del Saracino assieme alle rappresentanze di Signa Arretii, dei musici, degli sbandieratori, della Magistratura e della Fraternita dei Laici che dopo aver sfilato in corteo partendo da piazza San Jacopo raggiungeranno la Cattedrale intorno alle 19 per omaggiare il compatrono di Arezzo. 

Il giorno seguente, nel quale la Chiesa universale celebra il Battesimo di Gesù, è la “festa esterna” del beato Gregorio X. Monsignor Luciano Giovannetti, vescovo emerito di Fiesole, presiederà la Messa delle 18 (in diretta su TSD nel canale 85 e in streaming www.tsdtv.it/live), al termine della quale l’urna con il corpo del Beato verrà riportata processionalmente nella cappella di san Silvestro.
Siamo ai primi del 1271, e non si riesce a nominare il successore di Clemente IV, morto nel novembre 1268. I cardinali, riuniti a Viterbo da più di due anni non si mettono d’accordo, perché a quell’elezione sono interessate le dinastie angioina (Francia) e sveva (Germania), che si contendono l’Italia. Invano i magistrati di Viterbo premono, e allora interviene la gente: tagliando i viveri ai cardinali e scoperchiando il tetto del palazzo. L’elezione pare un imbroglio senza uscita, perché nessuno dei cardinali eleggibili è gradito a filotedeschi e filofrancesi insieme. Risolve tutto Bonaventura di Bagnoregio, successore di san Francesco, che propone: “Facciamo Papa uno che non sia cardinale”. E così si elegge Tedaldo (o Teobaldo) Visconti di Piacenza che non è sacerdote, pur avendo la dignità di arcidiacono di Liegi, segretario di cardinali, diplomatico esperto. 
Ma lui è ora in Palestina come cappellano dei crociati. Ed è lì che lo raggiungono i messaggeri (a San Giovanni d’Acri, oggi Akko) con la notizia sbalorditiva: “Ti hanno fatto Papa, devi venire a Roma!”. Arriva a fine marzo. Viene consacrato vescovo, poi incoronato Papa, col nome di Gregorio X. E tutti, poi, lo vogliono tirare dalla loro parte. 
Il suo programma, invece, è di liberare la Terrasanta, impegnando i cristiani d’Oriente e Occidente, insieme. Cosicché prima si devono riconciliare tra loro. A questo scopo convoca a Lione (Francia) un Concilio a cui partecipano anche i cristiani separati d’Oriente. Si decide la riunificazione delle Chiese, che poi non sarà realizzata nei fatti. Vi si parla di una nuova crociata, ma non si arriverà a liberare proprio nulla. Gregorio X vorrebbe parteciparvi di persona, ma muore ad Arezzo nel viaggio di ritorno a Roma. 
È l’uomo delle grandi imprese non riuscite. Alla sua beatificazione si arriva per il culto spontaneo che gli viene presto tributato a Liegi, Lione, Piacenza e Arezzo. Nel 1713 Clemente XI conferma il culto in tutta la Chiesa, riconoscendo a Gregorio X il titolo di beato. E’ stato sepolto nella cattedrale di Arezzo.