Solennità di Maria SS.ma Madre di Dio

Celebrazione Eucaristica in Cattedrale di Arezzo
01-01-2025

 

  1. Giorno ricco di gioia e di festa è quello che celebriamo oggi: festeggiamo Maria, la theotokos, cioè la madre di Dio; e insieme a questo sguardo a Maria, oggi viviamo gli otto giorni dal Natale. È, dunque, una celebrazione, una festa nella quale rinnoviamo la gioia. la letizia e il dono che c’è nel Natale.

E poi, ancora, oggi è la giornata mondiale per la pace: sono trascorsi tanti anni da quando il papa san Paolo VI istituì questa giornata, ma sentiamo come quest’anno la preghiera al Signore per la pace diventa particolarmente intensa ed accorata.

Infine, è il primo giorno dell’anno e, dunque, un giorno che diventa occasione di incontro di augurio di speranza, come alla speranza ci invita il Giubileo, l’Anno Santo che abbiamo da poco iniziato e che ci chiede di diventare, nel tempo, nel mondo, nella vita, pellegrini di speranza.

 

  1. Tutte queste ragioni di festa e di gioia diventano oggi occasione di benedizione; e lo abbiamo ascoltato anche nella parola di Dio che è stata proclamata.

Alla benedizione Dio invita Mosè, il quale chiede ad Aronne, di benedire il popolo: “Ti benedica il Signore e ti custodisca; il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia; il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”.

E così anche nel canto del Salmo: “Dio abbia pietà di noi e ci benedica”.

Potremmo dire: il nuovo anno che iniziamo oggi è un anno per benedire; siamo incamminati, siamo invitati a vivere questo anno per benedire, per donare la benedizione.

La benedizione è anzitutto quello che fa Dio con noi.

Se dovessimo riassumere qual è l’opera di Dio, l’intervento, la sua parola, che cosa fa Dio nella nostra vita, potremmo dire: Dio ti benedice!

Dio ti benedice, anzitutto, amando e amandoti; Dio ti benedice suscitando la vita, regalando la vita, accompagnando la vita, per sempre, nella vita eterna.

Dio ti benedice perdonando e donando la sua misericordia, la sua pazienza.

Dio ti benedice con la sua provvidenza, perché ti accompagna e cerca il bene per te.

Dio ti benedice non lasciandoti solo.

Ecco, allora, il 2025 un anno per benedire; e lasciamo che a benedire sia soprattutto Dio e che lui benedica la nostra vita, la tua vita, i tuoi affetti, le tue speranze, i tuoi progetti: che sia un anno in cui Dio ti benedica e renda viva e bella la tua vita.

  1. Ma questo anno, appunto, è anche per benedire; cioè: benedire è anche compito nostro, anche noi siamo chiamati a benedire nella vita e a questo ci invitava la prima lettura che abbiamo ascoltato.

Possiamo ricordare – lo stiamo ricordando tante volte in questi giorni – le tante situazioni sulla terra che hanno bisogno di benedizione e di pace.

Pensate ai luoghi in cui c’è la guerra: la martoriata Ucraina, come ricorda il Papa, e poi Gaza, la Palestina, Israele, il Myanmar, il Sud Sudan, il Kivu e poi tante altre regioni della terra dove la guerra e la violenza miete vittime innocenti, tante volte bambini.

Allora, i luoghi della guerra hanno bisogno di benedizione.

Poi ci sono i malati, ci sono le persone sole, ci sono i carcerati, i poveri, gli immigrati, quelli che rischiano la vita attraversando il Mediterraneo: e ci è chiesto di benedire, di essere presenze capaci di benedire gli altri.

Poi provate a pensare a voi, nella vostra vita; provate a pensare alle persone che conoscete, famiglie, amici, persone con cui siete in relazione; provate a chiedervi: ma io chi posso benedire, a chi potrei dare la mia benedizione, che è augurio di bene, che è cercare insieme il bene, che è accompagnare nella pace?

Ecco, credo che sia questo il messaggio e l’augurio della giornata di oggi: siamo chiamati a portare la benedizione di Dio sulla terra tra i poveri, tra chi ne ha bisogno, ma poi anche a tutti coloro che nella vostra vita hanno bisogno di benedizione.

Che bello se oggi ogni marito benedicesse nuovamente la propria moglie, e così la moglie desse la propria benedizione al marito e poi ai figli, ai nonni, e poi alle famiglie che sono in crisi, e poi a chi è nel peccato, a chi è nella malattia.

Ecco, date la vostra benedizione in questo giorno e in questo avvio dell’anno, e sia giorno e festa giubilare.

  1. Ma che cosa vuol dire benedire, portare la benedizione?

Credo che sia quello che fanno i pastori. Avete ascoltato come i pastori, tornando da Betlemme, dopo avere visto il bambino e Maria e Giuseppe – dice il Vangelo – «riferirono ciò che del bambino era stato detto loro».

Cioè, i pastori tornano e non soltanto raccontano quello che hanno visto, ma indicano che in quel bambino c’è la presenza di Dio, c’è il Messia, il Salvatore in mezzo a noi, il Dio con noi, e allora per questo se ne tornano anche glorificando e lodando Dio; cioè i pastori hanno visto il Dio con noi e lo annunciano, lo raccontano, lo indicano, fanno vedere l’opera di Dio.

Questa è la benedizione: si tratta di raccontare l’opera di Dio, si tratta di far vedere la presenza di Dio nella nostra vita, si tratta di indicare dove c’è Dio nella tua vita e quindi il suo amore, cioè la benedizione, la parola, il dono, il gesto, l’abbraccio che regala agli altri l’amore di Dio, che indica l’opera dell’amore nella loro vita, e allora diventa occasione di speranza, di gioia, di ripresa di cammino, di letizia, può far vedere cosa fa Dio nella tua vita.

Questa è la benedizione e questo deve diventare anche preghiera, perché siamo invitati a chiedere la benedizione come dono per tutti noi, siamo invitati a chiederla, cioè siamo invitati a chiedere l’amore di Dio, la sua misericordia, il dono della vita.

Vogliamo chiedere la benedizione di Dio per tutti noi, per noi che siamo nella nostra bella cattedrale oggi; vogliamo chiedere, nella preghiera, la benedizione per chi portiamo nel cuore e, poi, per tutti quelli che ne hanno bisogno; vogliamo chiedere, nella preghiera, la benedizione di Dio per la nostra diocesi, per il mondo intero, per i luoghi in guerra, perché ci sia davvero il dono della pace.

Vogliamo chiedere, nella preghiera, che sia un anno benedetto, che siamo capaci anche noi di portare benedizione, e la vita sia benedetta.

  1. Allora vorrei concludere con una bella canzone di Fiorella Mannoia che si intitola proprio “Che sia benedetta”:

«Ho sbagliato tante volte nella vita
Chissà quante volte ancora sbaglierò
In questa piccola parentesi infinita, quante volte ho chiesto scusa e quante no
È una corsa che decide la sua meta, quanti ricordi che si lasciano per strada
Quante volte ho rovesciato la clessidra
Questo tempo non è sabbia ma è la vita che passa, che passa
Che sia benedetta
Per quanto assurda e complessa ci sembri, la vita è perfetta
Per quanto sembri incoerente e testarda, se cadi ti aspetta
Siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta
Tenersela stretta

Siamo eterno, siamo passi, siamo storie
Siamo figli della nostra verità
E se è vero che c’è un Dio e non ci abbandona
Che sia fatta adesso la sua volontà
In questo traffico di sguardi senza meta
In quei sorrisi spenti per la strada
Quante volte condanniamo questa vita
Illudendoci d’averla già capita
Non basta, non basta
Che sia benedetta
Per quanto assurda e complessa ci sembri, la vita è perfetta
Per quanto sembri incoerente e testarda, se cadi ti aspetta
Siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta, a tenersela stretta

A chi trova se stesso nel proprio coraggio
A chi nasce ogni giorno e comincia il suo viaggio
A chi lotta da sempre e sopporta il dolore
Qui nessuno è diverso, nessuno è migliore
A chi ha perso tutto e riparte da zero perché niente finisce quando vivi davvero
A chi resta da solo abbracciato al silenzio
A chi dona l’amore che ha dentro
Che sia benedetta
Per quanto assurda e complessa ci sembri, la vita è perfetta
Per quanto sembri incoerente e testarda, se cadi ti aspetta
E siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta
A tenersela stretta
Che sia benedetta»

Cari amici, buon 2025: sia un anno benedetto e che la vostra vita sia benedetta.