Nostra Signora dell’Umiltà

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Loro Ciuffenna, delizioso paese di grandi tradizioni cristiane, sorge sull’alta roccia tagliata dalle acque del torrente Ciuffenna. La chiesa parrocchiale è dedicata a Maria SS.ma Assunta, ma il vero centro del culto mariano è rappresentato dalla basilica di Nostra Signora dell’Umiltà, una bella e spaziosa chiesa, costruita nella seconda metà del cinquecento. L’altare porta una data: 1604. Questo anno indica probabilmente la fine della costruzione della chiesa, almeno nelle sue attuali dimensioni. E precedentemente? Sappiamo che originariamente era oggetto di grande venerazione un tabernacolo eretto in onore della Madonna lungo la strada che da Loro porta alla pieve di Gropina. E proprio in quel luogo, per iniziativa dei componenti di una “Società della Vergine”, uno dei tanti sodalizi che in quel tempo fiorivano nelle nostre parrocchie, fu costruito il bel santuario. Fino al 1938 aveva il modesto titolo di “oratorio”. Poi l’arciprete don Giovanni Mazzoni, dopo un radicale restauro, ottenne che fosse insignita del titolo di basilica minore, affiliata alla basilica di S. Maria Maggiore in Roma. L’immagine che è tuttora in venerazione, rappresenta la Madonna che mostra a Gesù non un fiore, ma una piccola croce. Il simbolismo non poteva essere più espressivo. Ai lati sono raffigurati S. Pietro e S. Giovanni Battista.
La bella chiesa è circondata da un prato verde e spazioso.
Naturalmente la basilica ha sempre rappresentato un punto di riferimento nella vita di fede dei Loresi. Un ricordo: nel luglio 1944, appena gli alleati avevano liberato il paese, arrivò in visita anche il vescovo mons. Mignone. Una folla immensa gremiva la Chiesa e il prato circostante. Tutti recitavano il Rosario guidato dal vescovo. Uno spettacolo edificante, anche se espressione di un momento particolare.
Questa chiesa è sempre stata molto amata e frequentata dal popolo di Loro, soprattutto quale luogo di particolare devozione a Maria. Quest’anno sono invitati in pellegrinaggio a questo santuario non solo i Loresi, ma tutte le popolazioni limitrofe, da quelle dei numerosi villaggi sparsi nel Pratomagno, a quelle dei paesi disseminati lungo la vetusta via dei sette ponti, punteggiata dalle splendide pievi romaniche, alle altre sparse nel piano e nelle balze del Terranovese e lungo l’Arno, accomunate tutte dalla stessa fede.
Il titolo con cui è invocata la Madonna in questo santuario è proprio al centro del messaggio evangelico: Nostra Signora dell’Umiltà. La Madonna che presenta la croce a Gesù: un gesto molto eloquente. La croce è diventata per lui segno di umiliazione. ma anche di glorificazione. Egli ha regnato con la croce. Così, Maria, accettando la croce, è diventata “Signora”. Quindi è madre e sorella di chi serve. Gesù è venuto nel mondo “per servire e non per essere servito”. Maria si è messa totalmente a disposizione del progetto di salvezza di Dio dichiarandosi “serva del Signore: si può dire che è diventato questo il suo vero nome. Ogni credente, se non vuoi tradire il Vangelo, deve riconoscersi a servizio di questo progetto. Come Maria, tutti siamo chiamati a metterci al servizio dei fratelli per la crescita e per l’edificazione della comunità cristiana, in un mondo sempre proteso verso la conquista spasmodica del potere e del successo.
“Noi ritorniamo a Te, Vergine bella, per umiltà Regina…” Questo è il nostro canto. La Madonna è regina, perché ha servito. Andiamo a lei quindi, anche per imparare ad essere umili. E’ questa una condizione essenziale del nostro essere cristiani, cioè del nostro seguire Gesù crocifisso, umile e obbediente fino alla morte.
Questo l’invito che ci viene rivolto. “Maria ha concepito il Figlio di Dio per la sua umiltà” (S. Bernardo). “Perché ha guardato l’umiltà della sua serva, tutte le generazioni mi chiameranno beata…”
Noi siamo testimoni di questa profezia, viviamo questa realtà.