Laboratori e visite guidate al museo diocesano di Cortona e al MUDAS di Arezzo
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Diocesi di
È stata inaugurata oggi la mostra Non è qui, è risorto! L’iconografia del Cristo in terra d’Arezzo da Margaritone a Rosso Fiorentino, promossa dalla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e dalla Soprintendenza di Arezzo. Nell’Anno della Fede si è deciso di dedicare questa esposizione alla produzione d’arte del territorio aretino che ebbe per oggetto il corpo di Cristo, in passione, risorto e presente nell’eucaristia. Vanno in mostra antiche croci astili preromaniche e per la prima volta il Cristo in Passione scolpito da Umberto Bartoli nel 1946 dopo le distruzioni belliche, per la ricostruita chiesa del Pozzo della Chiana. Curatori della mostra sono la dottoressa Paola Refice e la dottoressa Serena Nocentini. L’allestimento è dell’architetto Gianclaudio Papasogli Tacca e dall’interior design Luisa Danesi Gori. La rassegna sarà visitabile fino al 28 luglio nella Loggia di San Donato, che è l’ala restaurata che collega il Palazzo Vescovile al Duomo, già progettata da Bartolomeo della Gatta.
Arrivata alla sua ottava edizione, l’iniziativa che sta sotto l’epigrafe dei “Piccoli Grandi Musei” – iniziativa voluta e finanziata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, pensata e organizzata in cooperazione con tutte le realtà istituzionali, dagli uffici della tutela alle municipalità del capoluogo e del territorio, dalla Regione Toscana alla Provincia, alla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro – ha raggiunto quest’anno la sua ideale forma scientifica e didattica. Il fuoco dell’attenzione critica, della promozione e della valorizzazione culturale si concentra sulla città di Arezzo e sui luoghi eminenti della Val di Chiana, essendo questa – col Beato Angelico, con Bartolomeo della Gatta e con Luca Signorelli – l’asse portante e la vetrina privilegiata dell’irradiazione rinascimentale in terra di Arezzo.
“Ori dell’Etruria. Arezzo in onore di Benedetto XVI” è la mostra allestita nella suggestiva Loggia di San Donato che propone l’eccellenza dell’oreficeria aretina dai tempi degli Etruschi fino ai giorni nostri. Primo visitatore è stato il Papa lo scorso 13 maggio. La mostra propone preziosi monili etruschi provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze, gioielli del Museo aziendale Gori&Zucchi (UnoAerre), alcuni esemplari della collezione Oro d’Autore mostrando la secolare capacità dei nostri lavoratori di metalli preziosi.
Dal 5 maggio al 2 settembre 2012, nell’ambito delle iniziative per celebrare il Millenario della fondazione della Concattedrale e della città di Sansepolcro, la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, la Soprintendenza BAPSAE di Arezzo, il Comune di Sansepolcro con la collaborazione Fondazione Piero della Francesca, hanno organizzato la mostra “MATER AMABILIS – Madonne medioevali della Diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro”. L’esposizione, allestita nella sala delle Pietre del locale museo civico e curata da Serena Nocentini, direttrice dell’Ufficio per l’Arte Sacra della Diocesi e da Paola Refice storica dell’arte della Soprintendenza di Arezzo, è costruita intorno ad una “assenza” quella della “Madonna di Prete Martino” (1199) conservata al Bode Museum di Berlino dal 1888.
L’inaugurazione dell’esposizione “Giorgio Vasari: Santo è bello”, svoltasi circa un anno fa, poteva apparire ad alcuni come un coraggioso esperimento, una parentesi destinata a chiudersi. In un anno invece, l’allestimento curato dall’architetto Gianclaudio Papasogli Tacca, dall’interior design Luisa Danesi Gori e dalla direttrice del Museo diocesano Daniela Galoppi, oltre a far parlare di sé nella grade stampa a livello nazionale e non solo, ha fatto registrare 15.793 visitatori. Un ottimo risultato, calcolando sia l’affluenza media di eventi di questo tipo nell’Aretino, sia la collocazione dell’esposizione in un luogo inedito per questo tipo di manifestazioni.
È stata inaugurata il 20 aprile 2011 nel Palazzo Vescovile di Arezzo l’esposizione “Giorgio Vasari: Santo è Bello”. La Chiesa diocesana ha inteso ricordare con l’evento il quinto centenario del Battesimo del grande artista del Rinascimento, avvenuto il 30 luglio 1511. La mostra raccoglie undici opere di Giorgio Vasari, gli stendardi processionali dipinti dal Maestro, il Cristo nell’orto degli Ulivi proveniente dal Monastero di Camaldoli, per la prima volta dopo secoli accessibile ai visitatori, i pannelli dei Santi Donato e Domenico, già nel trittico di Santa Maria Novella in Arezzo e da decenni collocati a Firenze. L’esposizione fortemente voluta dall’arcivescovo Riccardo Fontana ha come curatrice la dottoressa Daniela Galoppi, direttrice del museo diocesano, mentre l’architetto Gianclaudio Papasogli Tacca, coadiuvato dall’interior design Luisa Danesi Gori, ha realizzato l’allestimento temporaneo dell’esposizione.
Le opere sono collocate in cinque sale del piano terra del Palazzo Vescovile. Vi si accede da piazza del Duomo n. 1, dalle 10 alle 18.30 di tutti i giorni.
Attualmente la mostra ha superato i 15mila visitatori, vantando la presenza tra gli altri del Cardinale Gianfranco Ravasi, del prof. Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, del giornalista Piero Ottone, della scrittrice Susanna Tamaro e studiosi di fama internazionale.
Sede: Palazzo Vescovile, piazza del Duomo 1, Arezzo
Email: mostragiorgiovasari@diocesi.arezzo.it
Tel: 0575.40.27.268