Dall’11 al 15 gennaio l’arcivescovo Riccardo Fontana prenderà parte al “Coordinamento per la Terra Santa”, Holy Land Coordination (Hlc), organismo che raggruppa vescovi e rappresentanti delle Conferenze episcopali di Usa, Ue e Canada, assieme a quelli del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) e alla Comece (Commissione degli episcopati della Comunità europea). Il Presule è stato indicato dalla CEI per partecipare all’evento cui prese parte anche nel 2012; un segno che testimonia il forte legame della nostra diocesi con la Terra Santa e il Patriarcato Latino di Gerusalemme con il quale è stato siglato nel 2010 un gemellaggio, ulteriormente rafforzato anche dalle celebrazioni per il millenario di Sansepolcro.
Il 15° incontro dell’Hlc vedrà partecipare 16 vescovi e sarà dedicato alle persone sofferenti e vulnerabili in Terra Santa. Anche quest’anno, l’incontro con la comunità cristiana di Gaza rappresenterà uno dei momenti chiave della visita realizzata dalla delegazione episcopale. I vescovi potranno verificare le perduranti conseguenze dell’intervento militare israeliano “Bordo di protezione” che ha provocato tra la popolazione della Striscia di Gaza più di 2mila vittime, compresi più di 500 minorenni. A Gaza, i vescovi celebreranno la Messa insieme alla comunità cattolica locale e visiteranno le scuole cristiane e i presidi sanitari, per offrire sostegno ai professori e ai medici operanti nel territorio.
Il programma della visita prevede anche un incontro con la popolazione di Sderot – l’insediamento israeliano raggiunto dal lancio di missili lanciati dalla Striscia di Gaza durante la campagna militare di luglio – e una puntata alla Valle di Cremisan, luogo interessato dal progetto di costruzione del Muro di Separazione voluto da Israele, che in quell’area rischia di sconvolgere l’esistenza di due comunità religiose salesiane e di 50 famiglie cristiane palestinesi, proprietarie dei terreni agricoli su cui dovrebbe svilupparsi il percorso del Muro.
A Betlemme i membri dell’Hlc avranno modo di conoscere alcune realtà impegnate nel campo della solidarietà rivolta in modo particolare ai bambini. “I vescovi – si legge in una nota dell’Hlc – non si recano in Terra Santa per chiedere privilegi per i cristiani e nemmeno per motivi politici, sebbene l’incontro li ponga di fronte a problemi di questo genere. La motivazione pastorale resta essenziale e il pellegrinaggio e la preghiera sono la ragion d’essere di questo incontro annuale insieme col lavoro di persuasione che i presuli sono chiamati a fare una volta tornati in patria, sensibilizzando governi e opinione pubblica sulla situazione in Terra Santa e dei cristiani locali”.