La Chiesa diocesana celebra con gioia e gratitudine l’Ordinazione presbiterale di Alessandro Bivignani e Leonardo Mancioppi per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell’arcivescovo Riccardo Fontana. L’Ordinazione, che si svolgerà in Cattedrale ai primi Vespri nella Solennità di tutti i Santi verrà trasmessa in diretta su TSD nel canale 85 e in streaming all’indirizzo www.tsdtv.it/live a partire dalle 18 di venerdì 31 ottobre.
Di seguito un’intervista ad Alessandro e un contributo di Leonardo pubblicati nell’ultimo numero di Toscana Oggi.
Alessandro, alla vigilia dell’ordinazione presbiterale è d’obbligo la domanda come ci si sente e come stai vivendo questi ultimi giorni che ti separano dal 31 ottobre.
Sono giorni davvero emozionanti. Spesso vissuti tra le tantissime cose da preparare sia per l’ordinazione che per la prima Messa, ma non mancano certamente momenti di fraternità e spiritualità, penso all’incontro con tanti amici, sia giovani che adulti, che mi partecipano la loro vicinanza soprattutto con la preghiera. Un mese prima dell’ordinazione, a fine settembre, sono stato anche a fare una settimana di Esercizi Spirituali e nei prossimo giorni sarà alla Verna per fare ancora un po’ di silenzio. È commovente, per me, sapere che in questi giorni sia molte comunità religiose, ma anche tante persone, stanno pregando per me, quindi stanno sostenendo il mio cammino verso il presbiterato. Anche i ragazzi di Anghiari, che si son dato l’impegno dalla scorsa estate di farmi arrivare una «Ave Maria» al giorno, anche mettendosi l’avviso sul telefono…
Due ordinazioni presbiterali. Da alcuni anni la nostra Diocesi non viveva un momento così.
Si, sono davvero diversi anni. Forse troppi per una diocesi così vasta come la nostra. Mi auguro che la preparazione a questo momento, e la Grazia che esso porterà, possa ravvivare in tutta la nostra chiesa l’invito esigente alla preghiera per le vocazioni. E anche possa portare molti ragazzi a domandarsi con sincerità quale sia la chiamata che il Signore sta facendo alla loro vita. Del resto io ricordo bene le ordinazioni presbiterali a cui ho partecipato da ragazzo, così come le prime Messe… sono momento molto forti che hanno la capacità di far interrogare le persone.
A proposito dei tuoi ricordi, ce n’è qualcuno in particolare nella storia della tua vocazione, che senti di ricordarti adesso?
Sicuramente l’incontro con alcuni preti significativi. Anche recentemente ad alcun gruppi giovanili che mi avevano chiamato per fare una testimonianza, ho ricordato che la vocazione al sacerdozio non avviene mai tramite strane intuizioni o addirittura «voci»… certo che la parola vocazione/chiamata attiva nella memoria umana il meccanismo che non lasciano liberi i propri figli nelle loro scelte e relative responsabilità. di una voce che chiama e qualcuno che la ascolta! Tuttavia si parla della voce del Signore, e come al profeta Elia sull’Oreb, spesso il Signore parla non come noi vorremo ma attraverso ciò che non ci aspettiamo. E di solito, lo strumento che il Signore stesso ha privilegiato per chiamare i suoi è stato quello di un incontro umano. Con questa stessa modalità la sequela di Gesù, dalle rive del lago di Tiberiade, arriva ancora oggi tramite delle persone. Per me sono stati alcune figure di preti, ad iniziare dal mio parroco don Marco Salvi e anche altri. Uno di loro è già in cielo, non ce l’ha fatta a vedermi prete con gli occhi umani, ed è don Alberto Gallorini. Sono sicuro che dal cielo continuerà ad accompagnare il mio cammino.
E poi devo ricordare amicizie così significative che mi hanno reso possibile capire ciò per cui ero fatto. Tutta questa storia, dentro cui si dipana il mistero della vocazione, è una storia di persone che si chiama Chiesa.
Come sta vivendo questo momento la tua famiglia?
Sicuramente con trepidazione e gioia, quasi quanto me. I miei genitori mi sono sempre stati accanto nella scelta del seminario e mi hanno accompagnato con maturità e affetto in questi anni.
Sicuramente in questa società è sempre più controcorrente la logica di saper «donare un figlio alla Chiesa». Ma anche i genitori di chi scegli di consacrarsi al Signore, io penso, debbano fare un cammino di consapevolezza del dono che gli è dato. Però la stessa cosa vale anche per la scelta del Matrimonio, in cui assistiamo oggi troppo spesso a genitori.
Hai già incontrato la nuova comunità parrocchiale a cui sei stato mandato?
Sto preparando le mie cose per trasferirmi a Castiglion Fiorentino già nei prossimi giorni. Nella trepidazione dell’ordinazione presbiterale, c’è anche tantissima voglia di iniziare a lavorare, stare con la gente, mettersi a servizio di una nuova comunità parrocchiale.
Sono emozionato per la grande storia di fede che ha questa parrocchia, a cui voglio accodarmi per imparare ed accogliere tutto quello che il Signore vorrà darmi tramite questa esperienza.
Appuntamento allora al 31 ottobre per l’ordinazione. E la tua prima celebrazione eucaristica?
La prima Messa in senso stretto è quella che concelebriamo con il Vescovo per l’ordinazione. Mi ricorderò bene che la prima Messa che avrò detto sarà quella della solennità di tutti i Santi.
Tuttavia la cosiddetta «prima Messa solenne», alla quale è annessa l’indulgenza plenaria, la celebrerò in parrocchia mia domenica 9 novembre alle 18 presso il santuario della Madonna del Carmine. Sarà una occasione per far festa e ringraziare il Signore per il dono del sacerdozio assieme a tanti amici che mi hanno accompagnato e che mi vogliono bene. Nelle domeniche seguenti sarò a celebrare l’Eucaristia nella parrocchia di Castiglion Fiorentino e quindi a Sansepolcro, dove 34 anni fa fui battezzato.
Auguri don Alessandro!
Grazie. Chiedo a tutti di continuare ad accompagnarmi con la preghiera.
Di seguito la riflessione di Leonardo:
Il traguardo che raggiungerò venerdì 31 ottobre, con l’Ordinazione sacerdotale per le mani dell’arcivescovo Riccardo Fontana, è il risultato di un lungo cammino.
Fino all’età di 13 anni (circa) sono rimasto coerente alla fede battesimale, poi ho iniziato a «perdermi». Lo studio a scuola da piacevole è diventato un peso, la fede è diventata sempre più un dolce ricordo, le amicizie erano superficiali. Ho lavorato con il mio babbo facendo il ragioniere, ho fatto il servizio militare per 10 mesi, ma sempre lontano da Dio.
Questo fino all’età di 26 anni.
In seguito, il Signore della vita, mi ha messo di fronte delle persone che, dopo essersi allontanate dalla fede hanno incontrato Gesù. Il primo passo è stato partecipare ad un pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo. Poi, ho iniziato il cammino di riscoperta della fede battesimale in un gruppo di preghiera (Comunità Magnificat) che allora era nella mia parrocchia, il Calcinaio.
Questo cammino si è concluso il 14 dicembre 2003, giorno in cui anche io ho incontrato Gesù risorto e vivo in un’esperienza di fede, nella preghiera. Lì c’è stato il primo dubbio vocazionale, da me prontamente cestinato. Io volevo sposarmi, avere una famiglia «mia», mentre Dio voleva darmi La famiglia «Sua». Nel 2005 mi sono fidanzato, abbiamo fatto il corso prematrimoniale, ma una certa «insoddisfazione» cresceva in me. La felicità non era piena. Era iniziata la «crisi vocazionale» che attraverso la preghiera, la direzione spirituale, il colloquio con vari sacerdoti, con una suora e con l’allora vescovo Gualtiero Bassetti, mi ha portato ad entrare in seminario il 4 ottobre 2006.
Il 7 agosto 2013 sono stato ordinato diacono. Ora l’ultimo passo di questo percorso.
Ringrazio il Signore per tutto quello che mi ha donato con pazienza e amore in questi faticosi ma bellissimi 8 anni di seminario. Spero di corrispondere sempre più al progetto che Dio ha per me ed auguro ad ogni giovane uomo e donna di incontrare Dio che è amore (1Gv 4,8), per fare della propria vita una risposta alla Sua volontà, che è sempre benevola, preziosa, gioiosa.