Gemellaggio con la Terra Santa: consegnate nuove case a Beit Safafa

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Un progetto che ha avuto inizio nell’ormai lontano 2004 con l’obiettivo di costruire un complesso residenziale per le famiglie cristiane palestinesi della Città Santa. Finalmente l’iniziativa, promossa dal Patriarcato Latino di Gerusalemme, è giunta a termine: 80 appartamenti nel quartiere di Beit Safafa, a Gerusalemme Est, sono a disposizione delle famiglie beneficiarie. Un progetto sostenuto, tra tanti, anche dalla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, che sulla scia del gemellaggio che dal 2010 la lega al Patriarcato di Gerusalemme, ha contribuito alla costruzione del lotto abitativo. Nell’agosto 2012, in occasione del pellegrinaggio diocesano dei giovani in Terra Santa guidato dall’arcivescovo Riccardo Fontana, la troupe dell’emittente TSD che seguiva il viaggio aveva visitato il cantiere.

L’inaugurazione ufficiale è prevista in primavera, alla presenza del Patriarca monsignor Fouad Twal. Il percorso è stato lungo: nella Città Santa è molto difficile trovare terreni edificabili ed ottenere le autorizzazioni municipali per costruire. A ciò vanno aggiunti i costi esorbitanti del mercato immobiliare, come spiega monsignor William Shomali, vicario patriarcale per Gerusalemme e promotore del progetto: “Quando abbiamo ultimato il progetto, non c’era il terreno per realizzarlo. Trovato il lotto, mancavano i soldi per iniziare i lavori. Quando avevamo i finanziamenti, non c’erano le licenze municipali per costruire, la cosa più difficile da ottenere a Gerusalemme”. Un percorso lungo, tortuoso, ma che ha visto monsignor Shomali, il Patriarcato e tutti i partner lavorare in squadra per raggiungere l’obiettivo fissato. “Ottenuti i permessi, abbiamo cominciato davvero a lavorare, grazie a finanziamenti ottenuti dalle banche, ma anche con le donazioni ricevute da varie realtà ecclesiali, tra cui la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro”. Il progetto ha lo scopo di arginare l’emigrazione della minoranza cristiana di Gerusalemme, appena il 2 per cento della popolazione totale, tra le due maggioranze ebrea e musulmana, garantendogli una qualità di vita migliore e più degna. Le 80 case di Beit Safafa rappresentano solo una prima fase in un quadro più ampio di sostegno da parte del Patriarcato. Come ha spiegato il Vicario patriarcale per Gerusalemme, è già stata avviata la procedura per creare un nuovo complesso abitativo, meno costoso, ma che riesca a dare risposta alla forte domanda di alloggio che emerge dagli strati più deboli della popolazione. Inoltre, le prossime fasi non saranno, come questa, destinate quasi esclusivamente alle famiglie cristiane: “In futuro faremo progetti dove cristiani e musulmani vivranno insieme”, spiega monsignor Shomali. “Altrimenti si rischia di creare una sorta di ghetto, che è una forma di suicidio psicologico: vivere da soli vuol dire aver paura dell’altro”. La diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro continua a sostenere la Chiesa madre di Gerusalemme a cui è gemellata. TSD dedica alla presenza cristiana in Israele e Palestina il magazine settimanale di approfondimento Terra Santa Link Linea diretta con Gerusalemme, in onda ogni venerdì alle 19.30 sul canale 85 del digitale e in streaming su www.tsdtv.it/live.