Di seguito riportiamo in forma integrale l’omelia pronunciata dal Cardinale Angelo Sodano, già Segretario di Stato Vaticano e oggi Decano del Sacro Collegio Cardinalizio, l’1 settembre 2012 a Sansepolcro in occasione della solennità della dedicazione della Concattedrale.
Un millennio di storia e un messaggio per il futuro
Caro Vescovo Riccardo e venerati Confratelli Vescovi, presbiteri e diaconi, distinte Autorità, fratelli e sorelle nel Signore!
Con grande gioia sono venuto fra voi in questa data che ricorda la fondazione della prima chiesa della vostra Città, in quel lontano settembre del 1012, ad opera dei due vostri concittadini Arcano ed Egidio. Di ritorno dal pellegrinaggio di Gerusalemme essi vollero costruire in questo luogo un tempio che ricordasse la terra di Gesù e celebrasse in particolare il grande mistero della Morte e della Resurrezione del nostro Redentore.
Per ricordare tale millennio è già stato con voi, il 13 maggio scorso, il Papa Benedetto XVI, lasciandovi l’invito a rivivere il fervore religioso del passato, facendo sì che esso diventi il patrimonio comune della vostra società.
Oggi ho voluto venire anch’io fra voi, per continuare a ringraziare il Signore per i doni concessi alla vostra bella Città in questi mille anni di storia e per implorare per il futuro luce e forza per tutti voi, affinché possiate trasmettere alle generazioni future quei valori di fede e civiltà, che furono all’origine della vostra comunità.
Cinquant’anni fa, nel 1962, in occasione dei 950 anni di Sansepolcro, era già venuto fra voi, a nome del Papa Giovanni XXIII, l’allora Decano del Collegio Cardinalizio, il Card. Eugenio Tisserant. Oggi, a nome del Papa Benedetto XVI, è venuto fra voi l’attuale Decano del Collegio Cardinalizio, per riconfermare quei profondi vincoli d’unità che da sempre legano
1) La voce della liturgia
Cari amici di Sansepolcro, la liturgia di questa Eucarestia ci parla del significato del tempio materiale per la vita dei credenti. I testi delle letture, in particolare, ci richiamano a pagine ispirate della Bibbia che ci ricordano l’importanza della chiesa materiale ed il mistero che essa esprime.
La prima lettura ci ha dapprima presentato la chiesa come luogo di preghiera, riproponendoci la scena del re Salomone che mille anni avanti Cristo costruì il grandioso tempio di Gerusalemme ed al termine dell’opera rivolse le sue mani verso il cielo pregando così: “Ascolta, o Signore, il grido e la preghiera del tuo servo… O Signore, ascolta e perdona” (1 Re 8, 28 – 30).
La seconda lettura desunta dal libro dell’Apocalisse ci ha poi rimandato ad un altro tempio, più grande e più splendido di quello di Salomone, il tempio del Paradiso, ove tutti potremo un giorno cantare le lodi del Signore.
Il Vangelo, infine, ci ha riportato alla realtà della terra, ove il tempio può essere profanato e da “casa del Padre celeste” purtroppo può essere trasformato da noi uomini in una “casa di mercanti” (Gv 2, 16).
Sono tre letture che concorrono a ricordarci il valore del tempio materiale. Qui veniamo, in realtà, per adorare, ringraziare e supplicare il Padre che sta nei cieli e come figli dello stesso Padre ci sentiamo poi affratellati fra di noi. La “casa di Dio” diventa così anche la “casa degli uomini”, riuniti in preghiera intorno all’altare del Signore.
2) La voce della storia
Oggi noi vogliamo ricordare in particolare quella chiesa che fu eretta a Gerusalemme nel luogo stesso ove era stato sepolto il nostro Redentore e che fu poi testimone della sua Resurrezione.
Due vostri devoti pellegrini in Terra Santa, ritornati in patria vollero poi erigere qui una chiesa che ricordasse anche con il suo nome il grande mistero della nostra Redenzione. Intorno al tempio del Santo Sepolcro si sviluppò poi la vostra comunità. E’ questa la vostra storia millenaria, che noi oggi vogliamo commemorare, meditando sul pensiero cristiano che è all’origine della Città.
Al riguardo il Papa Benedetto XVI, venuto fra voi in occasione di tale millenario, vi invitava proprio a compiere tale riflessione “affinché i valori evangelici continuino a fecondare le coscienze e la storia quotidiana della popolazione”.
3) Una nuova evangelizzazione
Certo, i tempi cambiano e sorgono dei problemi nuovi. Dobbiamo quindi riproporre con nuovo vigore quel messaggio evangelico che Cristo ci ha lasciato e che ha poi vivificato, come lievito potente, la nostra società.
Proprio per questo nell’ottobre prossimo si terrà a Roma un’Assemblea del Sinodo dei Vescovi, allo scopo di individuare le vie migliori per portare il Vangelo di Cristo alle nuove generazioni. Il tema del Sinodo è appunto questo: “la nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede”.
Nuova non è certo nella sostanza tale evangelizzazione, ma nuovo è lo spirito che la deve animare. O meglio, come disse il compianto Papa Giovanni Paolo II, l’evangelizzazione deve essere “nuova nel suo ardore, nei suoi metodi e nella sua espressione” (discorso all’Assemblea dell’Episcopato latino-americano, Haiti 1983).
Tre caratteristiche, adunque, per tale nuovo impegno che ci attende. In primo luogo, dobbiamo porre nell’evangelizzazione un ardore nuovo, che significa coraggio, ardire e franchezza nel nostro apostolato; poi in secondo luogo, metodi nuovi, rinnovando le forme della nostra azione pastorale, perché non sia solo conservativa ma diventi missionaria; infine, in terzo luogo un’evangelizzazione che sia comprensibile perché avvalorata dalla nostra testimonianza di vita.
In realtà è proprio la nostra testimonianza personale che apre il cuore degli uomini d’oggi e li può avvicinare a Cristo. Era questa già l’osservazione che faceva il compianto Papa Paolo VI, nella sua Esortazione sull’evangelizzazione del mondo d’oggi. (“Evangelii Nuntiandi”), quando scriveva: “Gli uomini d’oggi credono più ai testimoni che ai maestri e comunque, se credono ai maestri, è perché essi sono pure testimoni”.
Del resto, cari amici, è anche questo il messaggio che ci viene dal vecchio proverbio popolare: “Le parole smuovono, ma gli esempi trascinano”.
Anche oggi noi siamo trascinati dall’esempio dei vostri pellegrini al Santo Sepolcro, che diedero origine a questa vostra bella città. Nel loro solco hanno camminato uomini e donne d’ogni tempo.
Sia questo un programma d’azione anche per tutti voi, cari amici di Sansepolcro. La celebrazione del millenario di questa Città vi rinnovi quindi interiormente, vi faccia testimoniare la presenza di Cristo nella vostra vita e la gioia di essere apostoli del suo Regno. Amen!
+ Card. Angelo Sodano
Decano del Sacro Collegio Cardinalizio