Concattedrali

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Concattedrale di Santa Maria a Assunta in Cortona

Nella sua forma odierna la Concattedrale di Cortona viene costruita nella seconda metà del secolo XIV su disegno attribuito a Giuliano da Sangallo. Terminata nel 1507, viene elevata a Cattedrale il 9 giugno 1508 trasferendovi il titolo della chiesa di San Vincenzo fuori le mura. Sorge sugli avanzi di mura etrusche e medievali e sulle rovine, visibili in facciata, dell’antica Pieve di Santa Maria, costruita forse nel IV secolo sulle fondamenta di un tempio pagano. Tutto l’impianto architettonico ricorda la sua impostazione rinascimentale. Il portone centrale e quello laterale sono ritenute entrambe opere del Cristofanello (XVI secolo). L’altare maggiore è una pregevole opera del cortonese Francesco Mazzuoli (1664). Il campanile del 1566 è opera dell’architetto cortonese Francesco Laparelli, costruttore di La Valletta nell’isola di Malta e delle fortificazioni di Castel Sant’Angelo a Roma. Verso la fine del Cinquecento il vescovo Alberti costruisce, addossato alla muraglia dove c’è il portale del Cristofanello, un portico retto da esili colonne, il cui tetto è contornato da un’elegante balaustra. Sopra questo tetto e sopra la navata destra il vescovo Serristori, nel 1645, costruisce due gallerie che chiudono tutta la finestratura destra. L’arco trionfale viene costruito nel 1731 da Alessandro Galilei; i banchi e gli stalli del coro da Vincenzo Conti e Stefano Fabbrucci, cortonesi, tra il 1684 e il 1688. La porta in bronzo che chiude la tomba dei vescovi, opera del romano Goffredo Verginelli, risale al 1964. Fra le opere pittoriche citiamo un celebre quadro di Pietro Berrettini, che ritrae la Natività, sul terzo altare nella parete sinistra, mentre un ciborio di marmo, attribuito al cortonese Ciuccio di Nuccio, si trova incassato nella parte terminale della stessa parete. Un Pietà trecentesca è collocata nella cappella situata al termine del lato destro. Degno di nota, sul terzo altare dello stesso lato, un mosaico di Gino Severini raffigurante il Sacro Cuore. Quadri di notevole pregio, attribuiti anche alla bottega del Signorelli, si trovano sulle pareti del coro. Un finestrone rettangolare, sulla parete di fondo del coro, ospita una vetrata colorata che rappresenta l’Assunta e Santi cortonesi, opera del pittore cortonese Giuseppe Ciotti, commissionata dal vescovo Franciolini nel 1960. La volta viene dipinta nella seconda metà del secolo XVIII dal pittore piemontese Giacinto Colombari.

Benito Chiarabolli

 

Concattedrale di San Giovanni Evangelista in Sansepolcro

L’attuale Concattedrale di Sansepolcro è stata fondata mille anni fa come abbazia benedettina, nata lungo itinerari di pellegrinaggio (e la tradizione ne attribuisce la fondazione ai santi pellegrini Egidio e Arcano, reduci da un viaggio a Gerusalemme). La prima informazione documentaria risale al 1012, mentre nel 1013 sia il Papa sia l’imperatore inviano privilegi al monastero. Soprattutto dopo che dal 1038 venne organizzato un mercato nel giorno di sabato, attorno alla chiesa abbaziale sorse un interessante centro abitato che prese il nome di Borgo Sansepolcro. Poco si conosce della prima costruzione, che ascoltò la predicazione di san Francesco d’Assisi nel 1211 o 1212, poiché venne completamente ristrutturata e ampliata tra 1300 e 1340. Nel tempo l’originario titolo al Santo Sepolcro e ai Santi Quattro Evangelisti è stato sostituito da quello a San Giovanni Evangelista (cui nel 1838 è stato affiancato San Romualdo).Nel 1352 forti scosse causarono il crollo della torre campanaria, ricostruita nelle forme attuali sulla base del precedente campanile. Tra 1473 e 1474 lavorò nella chiesa Piero della Francesca che nel 1492 vi su sepolto nella cappella del Monacato. Dopo il 1520 tutti i 33 vescovi che si sono susseguiti sulla cattedra del Santo Sepolcro nei 476 anni di storia della diocesi di Sansepolcro hanno dedicato molta attenzione al decoro della loro Cattedrale. Monsignor Niccolò Tornabuoni fece realizzare la cattedra episcopale a Cosimo di Romano Alberti nel 1571. 

interno_duomo_borgo_bisLa navata centrale fu voltata e da allora iniziò una serie di interventi che tolsero alla chiesa la fisionomia romanico-gotica. L’ultimo intervento di questo tipo risale al 1858 quando vennero costruiti gli attuali quattro altari laterali. Per restituire alla chiesa la fisionomia antica, tra 1934 e 1943, il vescovo Pompeo Ghezzi promosse un radicale intervento di restauro in stile «purista», pur distruggendo numerose epigrafi. L’abside e la cappella del Volto Santo vennero realizzate secondo il progetto di Ettore Gabrielli che disegnò anche il rosone e nelle due arcate ai lati del presbiterio fu collocato l’organo del 1942. Nel 1967 fu realizzato l’adeguamento del presbiterio alle norme del Concilio Vaticano II. L’attuale assetto del presbiterio risale al 1979 quando fu ricollocato tra l’abside e il presbiterio il polittico della Risurrezione.

Andrea Czortek