Carissimo,
a seguito dell’incontro che abbiamo vissuto con alcuni membri delle commissioni predisposte in ciascuna zona pastorale per il ripensamento della Chiesa nel territorio, offro in questo scritto alcuni criteri utili per procedere a vivere questo percorso di rinnovamento della nostra presenza di comunità.
Le ragioni di questo cammino nascono da uno sguardo realistico alla situazione che tiene conto del numero dei presbiteri e dei vari ministri della comunità, certamente in via di diminuzione, sia della opportunità di valorizzare i vari ministeri ecclesiali e il laicato nella vita e anche nella animazione e conduzione della vita pastorale. Oltre a questo, diversi fedeli della nostra diocesi, nella consultazione che ho avviato nel mese di luglio, hanno chiesto questo processo di ripensamento.
È importante la partecipazione di ogni componente ecclesiale a questo gruppo, quindi con una rappresentanza di presbiteri, di diaconi permanenti, religiosi e religiose, laici.
Ti suggerisco anche di richiedere ad ogni parrocchia o unità pastorale la partecipazione di un proprio rappresentante, così da costituire un gruppo di lavoro che possa avere la presenza di persone di tutto il territorio e capaci di portare una concreta conoscenza della situazione.
Si tratterà di lavorare poi con un gruppo ben identificato e fisso nei suoi membri.
Come procedere allora?
Potrete voi predisporre un calendario di incontri che ritenete più opportuni, considerando che vi chiedo di presentare a me il risultato delle vostre riflessioni e le proposte a cui giungerete entro la fine del mese di febbraio 2024. Raccogliendo così il vostro lavoro e proposte le presenterò poi al Consiglio presbiterale e al Consiglio pastorale diocesano per avere anche da loro una valutazione su quanto suggerito. Se sarà necessario interpelleròancora i gruppi zonali dopo il passaggio di valutazione presso i consigli diocesani, per giungere, come vescovo, a orientare alcune scelte che potremo realizzare secondo tempi e modalità che riterremo più opportuni.
Già posso anticipare l’intenzione di considerare le attuali sette zone pastorali come vicariati foranei e quindi di nominare quale futuro vicario foraneo chi sarà scelto a vivere questo servizio di responsabilità. Gli attuali vicariati che potranno essere oggetto delle vostre valutazioni e proposte, con la libertà di ripensarli, potranno essere considerati come possibili unità pastorali, con la scelta di un moderatore (la figura attualmente definita come vicario foraneo). Non escluderei anche di ripensare numero e confini delle attuali zone pastorali.
L’attuale vicario episcopale di zona, a cui indirizzo questa mia, dovrà provvedere a convocare il gruppo per il primo incontro (che suggerisco di prevedere per la fine del mese di ottobre o l’inizio di novembre) e a predisporre con tutti i membri il calendario successivo.
Si dovrà nel gruppo anzitutto procedere ad una analisi della situazione: numero di parrocchie presenti nella zona, presenza del clero, fragilità e opportunità esistenti. Si tratta di fare la fotografia dello stato attuale.
Successivamente si dovranno ipotizzare, attraverso un confronto che potrebbe occupare diversi incontri, le soluzioni future di aggregazione di parrocchie in un’unica unità pastorale, probabilmente guidata da un unico parroco, coadiuvato da altri presbiteri e ministri (anche diaconi e laici).
In questo nuovo quadro andrà proposto anche come tener vive le chiese e le piccole comunità che potrebbero non prevedere più la presenza di un presbitero. Si tratterà di ipotizzare momenti comunitari da vivere in quelle realtà e équipe di persone che, insieme al parroco dell’unità pastorale, provvederanno alla cura di queste piccole comunità.
Si potrà prendere anche in considerazione la situazione immobiliare delle parrocchie, anche solo per identificare il luogo di abitazione e presenza del parroco e di eventuali presbiteri collaboratori.
Entro la fine del mese di dicembre prevediamo un incontro con i responsabili dei sette gruppi di lavoro per fare il punto della situazione del cammino in atto.
Riferimento unitario dei responsabili dei sette gruppi di lavoro e del processo oggetto di queste indicazioni è il delegato vescovile della Chiesa nel territorio, don Aimé, a cui potrete fare riferimento nel corso del vostro lavoro.
Sperando di aver offerto con questo scritto un percorso comprensibile e realistico, ringraziandovi di cuore, vi auguro buon lavoro.
Arezzo, 16 ottobre 2023
+ Andrea
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Ai Vicari episcopali di zona
Ai membri dei gruppi di lavoro zonali