Il 9 luglio ricorre la memoria liturgica di san Nicola Pichi, sacerdote e martire. La memoria proviene dal Calendario proprio di Sansepolcro, nel quale fu iscritta nel 1898 su richiesta dell’allora vescovo diocesano, perché la famiglia paterna del Santo ne era originaria. Molti Santi religiosi nei secoli hanno illustrato direttamente la nostra terra; san Nicola Pichi è invece un fiore di santità martiriale sbocciato in lontane terre sul rigoglioso albero francescano, che affonda le sue radici storiche e spirituali nel nostro Centro Italia. In questo Anno dedicato alla Vita consacrata siamo dunque chiamati ad unirci nella preghiera liturgica all’Ordine francescano, che in tale giorno eleva ogni anno in tutto il mondo l’inno di lode e ringraziamento per l’invitta costanza nella fede, per mezzo della quale Cristo ha trionfato nei suoi martiri, messi atrocemente a morte unicamente perché cattolici e miti testimoni del Vangelo.
Per aiutarci, in questo Anno dedicato alla Vita consacrata, l’Ufficio liturgico diocesano sta elaborando per il giorno della memoria liturgica di ognuno dei santi e beati della nostra diocesi dei sussidi per la celebrazione liturgica comunitaria e personale. A questo link è possibile scaricare un libretto con i testi liturgici e a questo link le notizie agiografiche e storiche riguardanti il Santo. L’intento è quello di favorirne per tutti la conoscenza, il culto, l’imitazione delle virtù e l’invocazione del patrocinio presso Dio.
La storia
San Nicola Pichi nacque a Gorcum (attuale Gorinchem, Paesi Bassi) il 29 agosto 1534, da famiglia anticamente originaria di Sansepolcro. Divenuto francescano e sacerdote, predicò e difese la fede cattolica nel Brabante e a Bruxelles, finché divenne Guardiano nel convento della sua città natale. Il 26 giugno 1572 fu imprigionato dai ribelli calvinisti, con 10 confratelli e 3 sacerdoti secolari. Per molti giorni furono sottoposti a continue sevizie fisiche e psicologiche. Trasferiti a Brielle, subirono pressioni per indurli all’apostasia. Ripetutamente san Nicola rifiutò la libertà offertagli per sollecitudine di congiunti e amici, non volendo abbandonare i propri confratelli. Nella notte del 9 luglio, assieme ad altri religiosi, furono malamente impiccati nel saccheggiato monastero agostiniano di Santa Elisabetta. San Nicola fu il primo e fino all’ultimo incoraggiò i compagni di martirio, alcuni dei quali orrendamente straziati prima dell’uccisione. I persecutori si accanirono poi sui corpi, mutilandoli e insultandoli. Le spoglie dei 19 martiri furono sepolte nel luogo della strage, che divenne ben presto meta di pellegrinaggio, anche a causa dei miracoli che vi si verificavano. Clemente X li beatificò il 24 novembre 1675 e il beato Pio IX il 29 giugno 1867 li canonizzò nell’anno centenario del martirio dei santi apostoli Pietro e Paolo. La memoria liturgica è fissata al giorno del martirio.