La Diocesi celebra la memoria liturgica di san Romualdo, abate

SAN-ROMUALDO
Nel calendario proprio della nostra Diocesi è iscritta al 19 giugno la memoria liturgica di san Romualdo, abate, fondatore di Camaldoli. San Romualdo, il quale fu esponente illustre della santità e della riforma ecclesiastica europea dell’XI secolo, entrò in relazione con i più importanti personaggi del suo tempo. Fu monaco, eremita, asceta fervente, mistico, maestro di vita spirituale (per chierici, religiosi e laici) abate, fondatore, riformatore (della vita eremitica, monastica e clericale), mediatore di pace, missionario verso i popoli slavi. Ogni cristiano, qualunque sia il proprio stato di vita, può trovare in lui ispirazione di propositi e di opere. 
In questo Anno della Vita consacrata è opportuno che la memoria liturgica di san Romualdo sia celebrata in tutte le parrocchie e le comunità religiose della Diocesi. Per aiutarci, in questo Anno dedicato alla Vita consacrata, l’Ufficio liturgico diocesano sta elaborando per il giorno della memoria liturgica di ognuno dei santi e beati della nostra diocesi dei sussidi per la celebrazione liturgica comunitaria e personale. A questo link è possibile scaricare un libretto con i testi che ripercorrono la vita e il culto di san Romualdo, a questo link invece, è possibile scaricare il libretto per la liturgia. L’intento è quello di favorirne per tutti la conoscenza, il culto, l’imitazione delle virtù e l’invocazione del patrocinio presso Dio.

La storia
San Romualdo nacque a Ravenna nel 952 circa da famiglia di nobiltà longobarda. Per espiare l’assassinio di un congiunto commesso dal padre, entrò nel monastero di Sant’Apollinare in Classe; ne uscì per darsi a vita eremitica nelle paludi di Venezia e poi presso San Michele di Cuxà (Pirenei), ove fu ordinato sacerdote si distinse per austerità e santità di vita. Fu quindi costretto dall’imperatore Ottone III ad accettare l’abbaziato del suo monastero di professione, ma poco dopo rassegnò le dimissioni. Fu all’origine di vari eremi e monasteri maschili e femminili nel Centro Italia e in Istria. Collaborò con Ottone III per l’evangelizzazione dei popoli slavi. Il vescovo aretino Teodaldo collaborò attivamente con lui per la fondazione dell’Eremo di Camaldoli, origine della Congregazione camaldolese dell’Ordine di San Benedetto. Sempre austero e penitente, favorito dal dono delle lacrime, sopportò anche calunnie infamanti e ostilità da parte dei suoi confratelli. Morì in santa solitudine a Valdicastro (Fabriano) il 19 giugno 1027. Le origini del culto liturgico risalgono al 1033. Il suo corpo si venera attualmente nella chiesa dei Santi Biagio e Romualdo in Fabriano; la memoria liturgica è celebrata nel dies natalis.